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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Maria Pia Silla, presidente della Fondazione Libero Bizzarri, ci aiuta a fare il punto sul Premio del documentario che è terminato sabato scorso: «Per contenuti ed eventi, credo sia in assoluto tra le migliori: in tutte le sezioni di concorso sono arrivati, grazie all’opera di selezione, i lavori più curati. Ne ha dato conferma il presidente di giuria De Lillo. Nella sezione riguardante l’industria del design sono affiorati eventi di alto profilo, che il documentario ha il compito di indagare».
Infatti vi siete interessati al tema della delocalizzazione delle industrie. Perché?
«Si tratta di una dicotomia delle grandi industrie nelle Marche. È stato evidenziato il grave errore di devitalizzare la manodopera, cosa che riduce la qualità del prodotto, facendo perdere valore al disegno intellettuale».
Quali sono le prospettive future della Fondazione?
«Faremo il punto delle potenzialità emerse da questa edizione e sarà potenziato Il nostro tempo è ora, sezione curata dal Gruppo Giovani: ne agevoleremo l’impegno nella creazione di documentari, aumentando anche l’autonomia del gruppo».
Riguardo alle sedi, dopo lo scambio di opinioni con l’assessore Sorge per la mancanza di spazi a San Benedetto, è rimasta soddisfatta delle soluzioni?
«Da una povertà di sede è nata una ricchezza. La Fondazione si è ritrovata a spalmare le iniziative sul territorio. Il Calabresi, con le tre sale, era la condizione ideale: portare il festival al Teatro delle Energie è stato complesso. Non c’era uno schermo idoneo, né il palcoscenico abbastanza ampio, per i forum e per la premiazione. Le Energie si doterà forse di uno schermo».
Cosa pensa della potenzialità di una rete di spazi? Potrebbe essere una nuova politica culturale per il nostro territorio?
«Proprio Cupra e Grottammare vogliono continuare ad ospitare il Premio. Il sindaco Merli chiede di ospitare a Grottammare la sezione “Il nostro tempo è ora”; e ci appoggeremo anche al Cinema Margherita di Cupra. Anche quando sarà riaperto il Concordia, che ospita solo 350 posti, lo spazio non sarebbe sufficiente».