ROMA – «Avevamo visto giusto. E l’Antitrust ce ne ha dato atto». Con queste lapidarie parole Paolo Landi, dell’Adiconsum, commenta il responso dell’Antitrust che, a conclusione di un’istruttoria – partita proprio in seguito alla denuncia dell’Associazione dei Consumatori – e confortata anche dal parere dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha ritenuto ingannevole per il consumatore il messaggio pubblicitario del contratto telefonico della Tim “Tutto Compreso”, così come era stato presentato nei mesi scorsi sui principali mezzi di informazione.

La denuncia mossa da Adiconsum sullo spot in questione, portata all’attenzione dell’Autorità, riguardava le carenze informative dell’offerta pubblicizzata.

Sembrava, infatti, che nelle tre opzioni tariffarie offerte (da 30, da 60 e da 90 euro) fossero compresi tutti i servizi dell’offerta (traffico telefonico, SMS, internet, telefonino, servizi dedicati). Compreso era anche il costo dello “scatto alla risposta“, la cui abolizione Adiconsum chiede da tempo.

In realtà non era così. L’offerta era molto più articolata, ma lo spot non la rendeva chiara per il consumatore.

L’Antitrust ha quindi ritenuto ingannevole il messaggio pubblicitario e ha comminato all’azienda una sanzione di 49.100 euro, elevata a 69.100 euro, in quanto la società risulta sanzionata più volte per violazione del Codice del Consumo (D. lgs. 206/05).

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