SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Mi permetto di dare un consiglio al presidente Gianni Tormenti: non badi troppo a quello che gli viene detto durante le partite, nel bene o nel male. L’emozione e il trasporto con cui si vive la partita a San Benedetto possono indurre qualche tifoso a dire spropositi».
Così Paolo Beni, ex bandiera rossoblu legatissima alla Samb e a un altro presidente talvolta criticato in passato. «Lo stesso Ferruccio Zoboletti – ammette Beni – nonostante abbia scritto pagine bellissime della storia di questa società non era esente dalle rabbiose esternazioni della gente. Purtroppo il calcio è questo, specialmente quando le cose vanno male. C’è poi da considerare il fatto che a questa città la Serie B manca da troppo tempo».
Parole che risuoneranno dolcissime alle orecchie del presidente rossoblu, che domenica scorsa, nel corso della sfida giocata da Palladini e soci contro il Sorrento, è stato a più riprese apostrofato da alcuni tifosi della tribuna. «Ma San Benedetto resta grata alla famiglia Tormenti per quello che ha fatto in questo anno. Qualcuno sostiene che abbiano speso poco per allestire la squadra? La proprietà è fatta di persone serie, che ponderano gli investimenti, senza fare il passo più lungo della gamba».
Beni intanto si permette di dire la sua sul momento di impasse della squadra allenata da mister Ugolotti. «Penso che, essendo il gruppo giovane e molto rinnovato, accanto ai Visi e ai Palladini ci sia bisogno di qualche altro elemento di esperienza. Questi ragazzi, che reputo buoni calciatori, matureranno, ma intervenendo sul mercato si potrebbe accelerare il loro processo di crescita».
Dalla Samb di oggi allo stadio Ballarin, dove lo stesso Beni ha vissuto 13 stagioni da protagonista, il passo è breve. «Solo a parlarne mi vengono i brividi: lì ho trascorso quasi per intero la mia carriera di calciatore, dunque spero che non venga buttato giù. Il Ballarin è un monumento, un cimelio sportivo per San Benedetto. Ritengo che la soluzione migliore sia quella di riqualificarlo e quindi restituirlo a una città che fatta eccezione per il Riviera delle Palme non ha campi sportivi. Se questo proprio non fosse possibile almeno conserviamo la Curva Sud: lo dobbiamo al mito Ballarin».