GROTTAMMARE – Appuntamento interessante e di impegno sociale: stiamo parlando dello spettacolo “Vita d’ Adriano – Memorie di un cecchettaro nella neve” proposto venerdì 14 settembre al Teatro dell’Arancio di Grottammare, sesto appuntamento del 13° Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili.

Vita d’Adriano, di Francesco Niccolini, Giorgio Felicetti e Andrea Chesi, aiuto regia Piergiorgio Cinì, è stato rappresentato dall’attore Giorgio Felicetti che, con un monologo impegnativo, drammatico, profondo e a tratti divertente, ha raccontato la storia della fabbrica Officine Meccaniche di Civitanova Marche.

Protagonista del racconto è un operaio, di nome Adriano, proprio come il padrone Adriano Cecchetti, figura mitizzata come il buon padrone. Un personaggio che dal nulla ha creato una delle più importanti fabbriche italiane per la costruzione e la riparazione di carri e carrozze ferroviarie. Un padrone illuminato, che oltre alla fabbrica fa costruire le case popolari per gli operai e crea la “Provvida”, una sorta di spaccio aziendale, dove gli operai possono comprare articoli a basso costo.

Ma raccontare della Cecchetti non è solo parlare di una storia personale: dalle parole del monologo viene descritta la storia del lavoro in fabbrica di tutto il secolo scorso. Si raccontano sentimenti ed emozioni, come l’orgoglio di appartenere ad una classe, nello specifico i “cecchettari”, con tutti i problemi dei lavoratori di quel tempo, ma vi si racconta anche la guerra, la presa di coscienza, gli scioperi, i licenziamenti.

Il grande Adriano muore subito dopo la guerra e dopo varie vicissitudini e cambio di proprietari, la fabbrica chiude definitivamente i battenti nel 1994, causa principale il mostro amianto presente nella fabbrica. La storia raccontata dall’Adriano operaio inizia una mattina del 1940, quando a tredici anni inizia a lavorare nella fabbrica e si conclude una mattina di oggi, in cui si alza sempre presto come allora, ma per andare dal medico.

Giorgio Felicetti è autore, attore e regista, ha lavorato con grandi registi italiani ed è direttore artistico di EstEuropaOvest, festival Internazionale dei Teatri. Il suo lavoro è incentrato su una personale ricerca della storia e della memoria, finalizzata ad un Teatro Civile e di impegno sociale.