SAN BENEDETTO DEL TRONTOIl porto sambenedettese e i suoi fondali bassissimi; c’entrano con la tragedia del peschereccio Nuova Santa Barbara nella quale ha perso la vita il giovane Giovanni Dell’Olio?. Le autorità (sindaco Giovanni Gaspari, assessore alle Politiche del Mare Settimio Capriotti, Capitaneria di Porto), la dinamica dei fatti e la logica dicono di no: «L’impatto su un fondale sabbioso non avrebbe provocato quello squarcio sullo scafo».

Il peschereccio pugliese, secondo la versione ufficiale, si è infatti scontrato con l’estremità est di un molo del porto, il molo sud. Poi, nel tentativo disperato di arrivare a terra, si è incagliato nei bassissimi fondali dell’imboccatura del porto.

Quello dei fondali troppo bassi in quel punto è problema vecchio, che si ripropone ciclicamente con maggior forza anche in base a fattori come maree o maltempo. Occorre un dragaggio, un’escavazione che oltretutto servirebbe a procurare sabbia pulita o da pulire per il ripascimento delle spiagge erose. Una parte della sabbia prelevata, cioè quella irrimediabilmente inquinata, servirà come “cassa di colmata”, ovvero primo mattone, per la realizzazione di un eventuale terzo braccio del porto, previsto da decenni nei piani di sviluppo dell’area.
Il dragaggio dei fondali è dunque un’opera del tutto necessaria, costosa, in cui entrano in gioco vari enti, fra cui il Genio Civile Opere Marittime. Ora, è successo che l’assegnazione dei lavori è stata provvisoriamente bloccata da un ricorso al Tar da parte di una delle ditte partecipanti al bando per i lavori. L’istanza di sospensiva richiesta è stata negata, fa sapere il sindaco Gaspari, e ora i lavori potranno finalmente partire. L’invito fatto dal sindaco è stato perciò quello di «non creare speculazioni fuori luogo in una circostanza così tragica».

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