SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Problemi societari, tanti, con il fallimento scongiurato per un pelo, ma soprattutto una squadra costruita negli ultimissimi giorni di mercato. E’ il Pescara di Franco Lerda, tecnico che dopo interminabili settimane di incertezza si è seduto sulla panchina degli adriatici, succedendo ad Andrea Camplone, uno dei molti dimissionari – nella lista c’è pure quell’Andrea Iaconi a lungo corteggiato dalla famiglia Tormenti che a San Benedetto lo avrebbero voluto nel ruolo di direttore sportivo e ora sostituito da un altro ex Samb, Enzo Nucifora – della tribolata estate biancazzurra.
Squadra rinnovatissima dunque, che ha iniziato il campionato con ovvi problemi. Di natura strettamente tecnica, ma anche ambientale, visto che la tifoseria, dopo trascorsi importanti (la A firmata da Galeone è lontana poco più di 15 anni), è ormai stanca di vivere stagioni all’insegna della sofferenza.
LA ROSA. Nuova di zecca rispetto alla formazione mestamente retrocessa dalla cadetteria l’anno passato, con tanti giovani del vivavio biancazzurro promossi in prima squadra. Tra i colpi messi a segno in ogni caso, il portiere Indiveri (dal Pisa), il difensore Diliso (Martina), il centrocampista Caracciolo (Salernitana) e l’attaccante Sansovini (Manfredonia). In squadra anche gli ex Samb Nico De Lucia, in gol al Riviera nella gara di Coppa Italia dello scorso 29 agosto, e il centrocampista Alessandro Paolucci. Cuoriosità infine per la giovane (18 anni) punta albanese Edgar Cani.
PRECEDENTE NEFASTO. Tra i tanti precedenti disputati all’Adriatico, quello che fa capo alla gara di ritorno della semifinale play off del campionato di C1 edizione 2002-2003 brucia più di tutti.
Era il 1° giugno 2003: Pescara in finale contro il Martina, poi battuto, con la conseguente promozione in Serie B; Samb condannata a rinviare ancora un sogno che sfugge da ormai troppo tempo. Vittoria di misura all’andata (gol di Teodorani), successo all’inglese per la compagine abruzzese quella domenica di giugno.
Un 2-0 però macchiato da veleni e polemiche. Sull’arbitraggio – in sintesi, il mediocre Giannoccaro di Lecce non concesse un calcio di rigore su Soncin e annullò due reti ai rossoblu – e sull’accoglienza (si fa per dire) riservata dall’ambiente all’entourage marchigiano.
E in quel Pescara c’era Ottavio Palladini: il centrocampista rossoblu, tornato alla Samb dopo 15 anni, ha vissuto ben 10 stagioni (tradotto: la fetta più importante della sua carriera) in biancazzurro. Tra gli ex pescaresi (stagione ’96-’97) adesso a San Benedetto anche un’altra bandiera rossoblu, il portiere Stefano Visi.
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…CHE POMERIGGIO QUEL PRIMO GIUGNO DUEMILATRE….QUANTE EMOZIONI…DA PELLE D'OCA….RIPENSARE A QUEI MOMENTI FA MALE SOPRATTUTTO QUANDO VEDO IL SIG GIANNOCCARO DI LECCE DIRIGERE SQUADRONI DI SERIE A…RICORDARE LA SFIDA DELL'ANDATA E' DA BRIVIDI, IL GOL DI TEODORANI E LA BEFFA DELL'ADRIATICO….QUANTE LACRIME AL RITORNO….SAPERE CHE MAGARI ERA TUTTO PILOTATO…..CHE RABBIA…..
Si quel 25/05/2003 come se non lo ricordo. Avevo la cresima di mio cugino ma non ho voluto mancare all’evento. Pubblico da brividi, pescaresi direi ammutoliti.
Al ritorno quel Giannoccaro si è fatto intimorire da quei 4 bacucchi rangers in mezzo al campo ed a un timido striscione “o vinci o muori” o cosa del genere…