SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E così è terminato il V-day, abbreviazione del più noto Vaffa e irrispettosa parodia dei tanti strombazzati “day” lanciati degli ultimi anni: in migliaia in piazza, in tante piazze italiane. Quanti? I numeri non contano. E neanche, tanto, la proposta di legge presentata da Grillo e firmata da centinaia di migliaia di cittadini: via i politici con condanne definitive dal Parlamento.

Quel che conta è che una cospicua parte di italiani non ce la fa più a credere a quello che gli viene detto dalla classe politica. Da qualunque parte provenga. Questo è il dato di fatto duro e pesantissimo per la (ex?) democrazia italiana, tanto più che il giorno della “V” ha ottenuto tanto successo nonostante una incredibile volontà censoria applicata dalla grande stampa nazionale, sia essa televisiva che quotidiana. Giornali e telegiornali sempre all’affannosa ricerca di notizie sensazionali e vacue, timorosi invece di dedicare un minimo spazio ad un evento difficile da catalogare ma sicuramente rivoluzionario (nel bene o nel male).

La Casta politicante, come risponde? Non risponde. Resta sulla difensiva. Anche quando arrivano siluri di potenza spaventosa, come quelli sparati dal settimanale “L’espresso” nelle ultime due settimane.

Ho appena terminato di leggere il “Bestiario” di Giampaolo Pansa, grande giornalista perché si fa leggere e capire con piacere anche quando non si condividono le sue opinioni, e ne sono rimasto frastornato.

Pansa riesce ad usare quelle parole che milioni di italiani hanno, in questo preciso momento storico, nel proprio cuore, a commento dell’inchiesta “Casa Nostra” che Marco Lillo sta conducendo su “L’espresso” circa gli acquisti agevolati, da parte di politici e satelliti della Casta, di appartamenti e immobili nel cuore di Roma. Ne sintetizzo alcuni passaggi di seguito:

La Casta ha continuato a fare spallucce. Compra case a prezzo di favore e se ne sbatte. Ci manda qualche lettera di rettifica, però non lascia il malloppo. Ma di solito se ne sta zitta, obbedendo a un vecchio detto mafioso: chinati giunco finché la piena non passa.
(…) Al punto che oggi, nonostannte l’ostinazione de “L’espresso” e di pochissimi giornali arrivati di rincalzo, sappiamo ancora ben poco di quello che è accaduto. Quanti sono i compratori eccellenti? Quanti sacchi di euro ci hanno rimesso i venditori? Silenzio. Non è vero che viviamo nell’iper-informazione. Siamo nell’epoca del sasso in bocca.
Siamo in presenza dell’unico, vero potere bi-partisan. Dove si incontrano tutte le famiglie della Casta: destra, centro, sinistra. Nei loro fortini, le famiglie stringono patti di ferro, si dividono i bottini, fanno bisboccia, impartiscono ordini ai giornali e alle televisioni. E così facendono degradano la democrazia in autocrazia. I cittadini senza potere strillano? Lasciamoli strillare. (…)
(…) La Casta ormai sa che qualunque cosa possa dire non viene più creduta da un numero crescente di italiani. (…) I fedeli chiamati ad applaudirli, applaudiranno. Ma gli italiani rimasti fuori da quei recinti non staranno ad ascoltarli.

Tanti altri sono i passaggi notevoli del pezzo di Pansa, tra cui la terribile conclusione: E allora, a chi dobbiamo credere e affidare la guida di questa Repubblica da rifare? Confesso di non saperlo. E mi rendo conto di essere, come tanti, di fronte a un grande vuoto. O meglio, a un abisso dentro il quale non voglio guardare. Perché il buio mi fa paura.