SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Supercanone demaniale? Sì, anche se non per tutti. La stagione balneare sta per concludersi, e sul conto di molti chalet sambenedettesi è arrivata la temutissima stangata: cifre che spesso sono decuplicate rispetto al 2006, a causa della differente contabilizzazione delle strutture cosiddette “storiche“, ovvero realizzate in muratura, la maggior parte negli anni Cinquanta, che sono di proprietà dello Stato.
Su di esse, infatti, la Finanziaria 2007 impone di calcolare (limitatamente all’area di “pertinenza demaniale”) un canone assimilato a quelli relativi al valore di mercato dei negozi ubicati nella stessa città.
A San Benedetto, sulla base dei dati pubblicati su internet dall’Agenzia del Territorio, questi oscillano tra un minimo di 14,3 euro al mese ed un massimo di 20,2 euro mensili. Questi valori vengono poi moltiplicati per 6,5.
Grazie ad alcune tabelle relative ai canoni demaniali pagati da alcuni stabilimenti balneari sambenedettesi, che il consigliere comunale di Alleanza Nazionale Giorgio De Vecchis ha ottenuto dall’Ufficio Demanio di San Benedetto e quindi fornito alla redazione (debitamente anonime, per cui le cifre non sono riconducibili ad una determinata struttura) possiamo così pubblicare le cifre dei canoni demaniali pagati nel 2007 da alcuni chalet, come richiestoci da alcuni lettori.
Cifre che comunque variano a seconda della dimensione dello stabilimento e dalla sua struttura. In soldoni: l’importo per metro quadrato varia in base al canone demaniale, annualmente rivalutato dall’Istat, applicato sull’area scoperta (ad esempio la spiaggia: l’importo per metro quadrato è di 1,37875 euro), all’area occupata da impianti di facile rimozione (euro 2,29792 per mq), a quelli di difficile rimozione (euro 3,92870), per finire alle cosiddette “pertinenze demaniali“, ovvero le parti di proprietà dello Stato, che a San Benedetto hanno un costo per metro quadrato di euro 112,125 per i primi 200 metri quadrati, e di 89,7 euro per la parte successiva.
Cosa accade, allora? Accade che, ad esempio, uno chalet che nel 2006 ha pagato 4.357,63 euro di canoni demaniali, si ritrovi nel 2007 con una “sventola” da 56.082,74 euro.
O che altri passino da 6.057,49 a 49.025,024. O che altri ancora, che hanno una “pertinenza demaniale” di dimensioni ridotte, siano passati da 5.069,56 a 17.920,29 euro.
Accade poi, ad esempio, che stabilimenti di piccolissime dimensioni (per intenderci: 900 metri quadrati di spiaggia e 83 metri di area di facile rimozione), siano passati da 1,012,98 euro a 1.440,56: circa il 42% in più, ovvero l’aumento che si è registrato per tutte le concessioni demaniali.
Ad ogni modo, sembra che il supercanone stia creando non pochi problemi ai cosiddetti “chalet storici”, tanto che per alcuni di questi si parla di una prossima messa in vendita.
Il supercanone demaniale 2007, dunque, ha colpito soltanto alcune strutture. Ricordiamo che questo effetto è dovuto allo stralcio dell’aumento generalizzato dei canoni del 300% (ovvero quattro volte quello attuale), stabilito dal governo Berlusconi. Ricordiamo anche che, da alcuni anni, le concessioni demaniali pagano, oltre che il canone allo Stato (attraverso i Comuni), anche l’Imposta Comunale sugli Immobili.