SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In Regione Marche è stato appena concluso il lungo lavoro per l’elaborazione del Piano Sanitario 2007-2009, ancora da approvare dal consiglio regionale.

Guido Castelli, consigliere regionale di An e relatore di minoranza del Piano, la vede nera per la sanità nel Piceno (vedi intervista video).
Il capogruppo in Consiglio comunale Pasqualino Piunti arriva a chiedere le dimissioni dell’assessore Loredana Emili. «La sua delega alle Politiche Sanitarie è inopportuna, in quanto dipendente dell’Asur ha difficoltà a battere i piedi sul tavolo della Regione».
Dal partito di centrodestra sono piovute ripetute accuse contro una presunta assenza del Comune di San Benedetto dai recenti tavoli di concertazione regionale. «Già fu un bluff il Consiglio comunale aperto sulla Sanità di gennaio, sarà così anche per quello del 27 luglio, ad appena tre giorni dal voto del Consiglio regionale».
Il coordinatore comunale di An Luigi Cava punta il dito contro una «ormai consueta assenza dell’amministrazione comunale di Gaspari dai tavoli decisionali che contano».
LA SANITA’ SAMBENEDETTESE AL BIVIO I problemi endemici sono la mancanza di personale che, seppur mitigata da un aumento delle professionalità alte – An plaude comunque al direttore generale Petrone e ai due nuovi primari assunti, ndr – costituirebbe un fondamentale motivo di disaffezione dei sambenedettesi verso il loro ospedale.
Secondo la tesi di An, dunque, la nostra zona, proprio in quanto area di confine, avrebbe bisogno di investimenti nonostante a livello regionale si stringa la cinghia. Non per campanilismo, viene sottolineato, ma per una maggiore convenienza dell’intero sistema sanitario regionale.
«Per risparmiare, occorre che la Regione investa qui», sostiene Castelli.
I RICOVERI NEL VICINO ABRUZZO Secondo i dati ufficiali forniti dal Piano sanitario regionale, sul totale dei ricoveri dei cittadini dell’intera zona 12 un buon quarto (2800 sui 12 mila circa del 2006) verrebbe “spostato” in altre regioni. E’ l’Abruzzo a fare la parte del leone; tutta la mobilità passiva costerebbe annualmente circa 136 milioni di euro al sistema sanitario regionale.
ASCOLI E SAN BENEDETTO Si legge nel Piano: “Lo studio di fattibilità già avviato analizza il territorio dell’Area Vasta per l’individuazione dei parametri necessari per l’integrazione funzionale delle strutture di Ascoli e San Benedetto, al fine di realizzare eccellenze per la parte sud della Regione”. Niente ospedale unico di vallata, sembrerebbe, ma una separazione delle specializzazioni fra la riviera e il capoluogo di provincia.