GROTTAMMARE – Il sindaco Luigi Merli non ci sta e risponde per le rime alle invettive del consigliere comunale di San Benedetto del Tronto Paolo Forlì che, in una nota stampa, affermava «Spietata desertificazione dei locali per giovani da parte dell’attuale amministrazione. Il Mojito, il Sugo, il Caffè Carducci, il Kursaal, il Mimosa e il Fish sono esempi gravi»; e riguardo gli incendi a Montesecco: «Incendi sospetti, quasi da far presagire speculazioni edilizie». Più in generale, Forlì coniava anche l’epiteto “La Pirla dell’Adriatico”, parafrasando la nota definizione della città.
«Grottammare – esordisce il sindaco Luigi Merli – ha fatto tutto ciò che compete al Comune riguardo orari e decibel: in deroga al regolamento regionale – che sancisce gli orari di chiusura – ne abbiamo emanato un altro proprio per consentire le manifestazioni».

Il regolamento comunale – afferma sempre Merli – è identico a quello di San Benedetto del Tronto, sia per quanto riguarda i decibel per la musica che per l’orario di chiusura degli eventi. L’unica differenza sta nel giorno: San Benedetto ha scelto il sabato, mentre Grottammare, all’unanimità in Consiglio comunale, ha scelto il venerdì.

«Nessuno è stato censurato – continua Merli – anzi: alcuni albergatori mi hanno fatto degli esposti in Procura perché mi ritengono troppo permissivo, nei confronti di queste scelte».

«Quelle messe in circolazione sono tutte chiacchiere e chi le fa dovrebbe prima sciaquarsi la bocca», accusa il sindaco. «Non è vero che al Caffè Carducci non sono stati dati i permessi, che non ci sono alberghi – se ne stanno costruendo di nuovi, anzi e uno fra i maggiori mi ha dichiarato proprio ieri che hanno prenotazioni fino alla Festa dell’Immacolata. Grottammare funziona – sostiene fermamente il sindaco – e la continua crescita è scritta nei numeri».

Altre sono state le invettive lanciate, fra cui quella riguardante gli incendi – «sospetti» secondo Paolo Forlì – e il sindaco così risponde: «Per quanto riguarda le illazioni dell’incendio, invito Forlì ad essere più esplicito, così da consentirmi di recarmi alla Procura della Repubblica. Ricordo al consigliere che il piano regolatore del 1998 ha cancellato una lottizzazione di 120 ettari: non è quindi neanche tecnicamente possibile edificare».

Conclude così il sindaco: «Non mi sono mai permesso di entrare nelle scelte delle altre amministrazioni, perché ognuno è responsabile della propria città: se delle scelte vengono fatte, occorre valutare i perché».