SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In tempi in cui si cerca di abolire lo scalone delle pensioni, mentre a Roma si svolgono serrate contrattazioni tra Governo e sindacati sull’età che occorre per andare in pensione, dalla Provincia di Ascoli arriva una notizia originale: l’amministrazione provinciale chiederà di inserire nella prossima Finanziaria una norma che permetta ai dipendenti provinciali, prossimi all’età della pensione, di smettere di lavorare prima della naturale scadenza.
La proposta è stata fatta durante il Consiglio provinciale aperto che si è tenuto giovedì 12 luglio all’Auditorium “Luzi” di Comunanza. Presenti, oltre che il presidente della provincia Massimo Rossi, gli assessori e tutto il consiglio provinciale, anche il sindaco di Comunanza Maria Paola Pizzichini, il sindaco di Ascoli Piero Celani, il sindaco di Offida Lucio D’Angelo, il sindaco di Montegranaro Giovanni Basso, il presidente della Cassa di Risparmio di Fermo Alberto Palma, il sindacalista della Cgil Giancarlo Collina. Erano inoltre presenti anche dei rappresentanti delle Province di Bari e Foggia, attualmente alle prese con la nascita della nuova provincia a tre teste Andria-Barletta-Trani.
L’ipotesi di agevolare i dipendenti provinciali con uno scalone pre-pensionistico alla Wanda Osiris, non è l’unica idea partorita dal Consiglio provinciale di Comunanza, ma fa parte di un trittico di proposte che saranno girate al Governo, al fine di succhiarne finanziamenti nella prossima Finanziaria (si sa, lo Stato è sempre prodigo di denaro con i valvassini locali). Roba che manderebbe in sollucchero giornalisti del calibro di Gian Antonio Stella e Angelo Rizzo, autori del best seller “La Casta”.
E’ noto che nel 2009 dovrebbe veder luce la Provincia di Fermo, cingendo a sé una metà del territorio ascolano. Questo comporta, ovviamente, un aumento delle spese (personale politico, funzionari, nuovi edifici, ulteriore frammentazione…). Tuttavia, per evitare che tale divisione chirurgica del territorio provinciale generi malumori a chicchessia, la Provincia di Ascoli, oltre che attivarsi – obbligatoriamente – a livello burocratico per consentire l’avvio dell’attività della Provincia di Fermo nei tempi stabiliti, sta cercando di reperire fondi dallo Stato.
Come? Attraverso una «mozione da presentare al Governo per accompagnare e favorire il percorso di costituzione dei due Enti», si legge nel comunicato diramato dalla Provincia, che prosegue: «Il documento prevede tre punti essenziali: l’inserimento nella legge Finanziaria 2008 di una norma che agevoli l’andata in quiescenza anticipata del personale dell’attuale Provincia di Ascoli Piceno, oramai prossimo all’età pensionabile, in modo tale da contenere il più possibile i disagi connessi al necessario esodo».
«Altro punto» continua la nota stampa, «la richiesta di inserimento, sempre nella legge Finanziaria 2008, di un finanziamento ad hoc per la costruzione della sede della nuova Provincia di Fermo alla stessa stregua di quanto il legislatore ha già disposto per la costruzione dei nuovi Uffici periferici dello Stato».
Infine, conclude la nota, «la richiesta di assumere, in capo al Ministero delle Infrastrutture dell’onere per la transazione dei contenziosi ancora in essere ereditati da decenni da altri Enti (come quello dell’ex Cassa del Mezzogiorno relativo alla Ascoli-Mare)».
Il punto è che non ci sembra ragionevole che la nascita di un ente (probabilmente inutile, sicuramente costoso) come la Provincia di Fermo, avvenuta attraverso i soli canali burocratici e politici, senza ascoltare in nessun modo, democraticamente, il parere degli abitanti (con un referendum, una consultazione, mettendoli a conoscenza degli eventuali benefici e dell’aumento dei costi), avvenga aumentando gli oramai citatissimi costi della politica, oltre che quelli della onnipresente burocrazia.
Auspichiamo, quindi, che la costituzione della Provincia di Fermo – che ovvi costi aggiuntivi dovrà apportare – avvenga senza alcuna sperequazione tra i dipendenti dell’attuale Provincia e tutti gli altri lavoratori, sia pubblici che privati, e che quindi non si faccia alcuna richiesta di pensionamento anticipato; auspichiamo che non venga fatta alcuna richiesta per un finanziamento ad hoc per la nuova sede della Provincia di Fermo, poiché questa dovrà essere pagata, come per qualsiasi altro investimento di enti pubblici, attraverso una rateizzazione del mutuo necessario per la spesa; auspichiamo che non vengano devolute a nessun Ministero le spese e i costi di qualsiasi genere a capo delle due nuove Province.
Questo sarebbe un comportamento che i cittadini apprezzerebbero. Sperando che la casta se ne mostri interessata.
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I cittadini aprezzerebbero molto di piu' l'abolizione delle province stesse con deleghe dei poteri a comuni e regioni.
In questo caso ci sarebbe vero risparmio
Infatti, oppure ridurre drasticamente il numero delle province stesse. Con tutte le province nate in questi ultimi anni e che sono in lista d'attesa ormai si tratta di super-Comuni… Se poi aggiungiamo altri enti come comunità montane & C., l'affollamento di enti è completo… in modo che aumentano le spese per mantenere l'apparato burocratico, ma i soldi dallo Stato sono sempre quelli (anzi diminuiscono), e così sul territorio ne finiscono sempre meno. Inoltre la provincia è un ente sentito come "lontano": non è vicino come il Comune, non è importante come la Regione, è una via di mezzo di cui… Leggi il resto »
D'accordo con spirito e basilare! Se si deve arrivare al punto di avere tutte queste province che si aboliscano piuttosto! Che poi dai….Fermo! Io a fermo ci vado a scuola da 4 anni…. è un comune di 35.000 abitanti (grzie alle sue 3000 frazioni) ma vogliamo fare l'elenco di quanti comuni più grandi ci sono nelle marche rispetto a fermo? E poi da quello che vedo, il "popolo" di fermo ne è entusiasto "fermo E'/ FA, provincia!!, ma figurati se stanno a pensare ai costi,ecc…..(parlo di quelli che ho sentito, non voglio fare di tutta l'erba un fascio)…. anche la… Leggi il resto »
"prossimo all' età pensionabile" che significa? Dato che li paghiamo con i nostri soldi, fateci l' elenco dei nomi e dell' età lavorativa. La gente "vera" fa centinaia di chilometri per andare a lavorare: se per loro è un disagio, che si licenzino e vadano, finalmente, a lavorare!
Bisogna farla finita con questi enti, provincie, associazioni, comunità, che pesano enormemente nelle nostre tasche e che nn ci servono proprio a niente. A niente! Meno spese significa meno tasse per tutti e migliori condizioni assistenziali per i meno abbienti!