ANCONA – Il comitato spontaneo “Infanzia Ferita”, nato per dare sostegno morale alla signora Maria Pia Maoloni, ha manifestato davanti alla Corte d’Appello di Ancona in occasione del dibattimento per la riconoscibilità delle sentenze belghe che affidano le bimbe al padre Rocco Antonini.
La Maoloni, difesa dall’avvocato sambenedettese Gabriella Ceneri, ha sempre sostenuto che le bimbe abbiano subito violenze da parte del padre e del nonno paterno. La giustizia belga ha rilevato infondate le accuse e ha disposto l’affidamento al padre delle due sorelle, che hanno quattro e sette anni.
Condotte in Italia dalla madre nell’ottobre del 2006 e ospitate da un istituto protetto sambenedettese durante sei tristi mesi di contenziosi giudiziari, le bimbe sono state poi condotte in Belgio lo scorso 19 maggio in un’operazione coordinata dalla Questura di Ascoli in esecuzione di un provvedimento del Tribunale dei Minori di Ancona.
Il comitato ha considerato l’operazione come un sopruso inaccettabile; in precedenza aveva raccolto 11 mila firme (clicca QUI) per sollecitare il Guardiasigilli Mastella a concedere alla Procura di Fermo l’ autorizzazione per proseguire in Italia le indagini dopo le denunce della signora Maoloni. Dal ministro non è arrivata alcuna risposta concreta in questo senso. Si sarebbe trattato di una mancanza clamorosa della giustizia italiana, secondo il comitato, che in una nota afferma: «Durante la manifestazione è stato ampio l’appoggio morale e la comprensione da parte dei cittadini anconetani ai quali sono stati distribuiti volantini e cartoline che si sono offerti di inviare ai ministri ed ai giudici coinvolti nel caso».
I sostenitori della Maoloni sostengono che in alcuni disegni realizzati dalla maggiore delle sorelle si evincano le prove degli abusi subiti; va precisato che la giustizia belga non ha ritenuto provanti questi elementi e altrettanto ha fatto la giustizia italiana permettendo il rimpatrio delle bambine.
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