ASCOLI PICENO – Quest’anno si celebrano i 60 anni dall’approvazione della Carta Costituzionale. In occasione di questa ricorrenza, il presidente emerito della Corte Costituzionale Piero Alberto Capotosti ha partecipato al consiglio provinciale aperto tenutosi venerdì 29 giugno a Palazzo San Filippo davanti ad autorità civili e militari, tra cui il sottosegretario agli Affari Regionali Pietro Colonnella, la vice presidente del Consiglio provinciale Cinzia Peroni, consiglieri provinciali e ad un folto ed attento pubblico.

Il presidente del Consiglio provinciale Giulio Saccuti ha accolto l’illustre ospite ricordando i suoi importanti incarichi istituzionali.

Marchigiano, nato a San Benedetto del Tronto, dopo una lunga esperienza di insegnamento nei prestigiosi atenei di Macerata, Siena, Roma “Tor Vergata” e “La Sapienza” dove, attualmente alla Facoltà di Scienze Politiche è docente di Giustizia Costituzionale, Capostosti è stato vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura nel 1994, quindi nominato giudice della Corte Costituzionale nel 1996 e nel 2005 eletto presidente della stessa Consulta.

Sono seguiti i saluti del prefetto di Ascoli Piceno Alberto Cifelli e del presidente della Provincia Massimo Rossi che hanno sottolineato la valenza di questa iniziativa diretta a far conoscere e valorizzare l’importanza del testo costituzionale.

Il vice presidente del Consiglio Pasqualino Piunti, nel suo intervento, ha evidenziato le origini picene dell’illustre concittadino, motivo di vanto ed orgoglio per tutto il territorio, in particolare per la città di S. Benedetto. il consigliere Fabrizio Cesetti ha invece ricordato di essere stato allievo del prof. Capotosti e di aver partecipato alla sua elezione al Csm quando era deputato in Parlamento.

Il professor Capotosti nella sua lezione magistrale ha riferito sul tema “Rappresentanza politica e sistemi elettorali nella Costituzione Italiana” analizzando le tappe che in brevissimo tempo (appena un anno e mezzo), hanno portato all’elaborazione di una Costituzione molto equilibrata, risultato dello sforzo di composizione da parte di partiti con ideologie confliggenti, ma disposti a mediare in nome di un interesse generale per la necessità di ricostruire un paese distrutto dalla guerra.

Il giurista ha poi ripercorso tutte le fasi politiche del paese riconoscendo ai partiti, pur con i loro limiti, un ruolo essenziale nella società e invitato a guardare con occhi nuovi il sistema di “equilibri tra poteri” costruiti dai padri costituenti, che ha evitato rischi per l’assetto democratico, individuando nella Costituzione due valori fondamentali: il riconoscimento della parità sociale e il valore centrale del sistema parlamentare.

Infine ha invitato gli Enti locali a svolgere opera di diffusione della Costituzione, soprattutto rivolta ai giovani, a cui “forse non è stato mai chiaramente spiegato attraverso quante fatiche i nonni e i genitori hanno costruito per loro una vita sicuramente migliore rispetto al 1946, quando l’unico diritto fondamentale era la sopravvivenza”.