SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sulla questione dei lecci abbattuti per le esigenze del cantiere Calabresi c’è una presa di posizione del consigliere comunale dei Verdi Andrea Marinucci: «Le critiche fanno bene all’amministrazione quando sono costruttive ma credo che la professoressa Di Giuseppe, visti i titoli (clicca QUI), potesse informarsi sulla Legge Regionale Forestale prima di sparare a zero su tutti e dichiarare la totale inettitudine degli amministratori e la latitanza dei Verdi, mentre sono completamente d’accordo sull’arroganza di certi imprenditori».
Marinucci ribadisce i contenuti della legge due del 23 febbraio 2005 (il Comune autorizza l’abbattimento di specie protette in caso di edificazioni e ristrutturazioni; se invece l’albero è secolare le restrizioni sono più rigide); e rivela poi un episodio avvenuto circa un mese fa. «Prima dell’eliminazione dei lecci al Calabresi c’è stato un episodio analogo dietro l’Istituto Vannicola di Porto d’Ascoli che non ha avuto eco perché non in centro e visibile a pochi. Ringrazio pubblicamente il cittadino che comunicandomi tempestivamente l’accaduto anche con una foto ha permesso al sottoscritto e all’assessore all’Ambiente di bloccare lo scempio».
L’area in questione verrà edificata per il nuovo Centro per l’impiego voluto dalla Provincia di Ascoli.

«Il taglio degli alberi protetti sta diventando sempre più frequente e la questione mi preoccupa quindi invito l’assessore Canducci a verificare personalmente tutte le autorizzazioni all’abbattimento», continua Marinucci esprimendo fiducia nell’Ufficio Tutela Ambientale del Comune per quanto fatto nel caso Calabresi.
«Mi farò garante del rispetto dell’obbligo di compensazione stabilito dalla legge regionale», assicura il consigliere comunale. Secondo il comma 23 della legge, infatti, per ogni albero abbattuto è prevista la piantagione di due alberi appartenenti alle specie protette nel territorio regionale.
Nell’autorizzazione all’abbattimento devono essere indicate le caratteristiche degli alberi da mettere a dimora, le modalità e i luoghi di impianto.
La piantagione compensativa deve essere effettuata entro dodici mesi dalla data dell’autorizzazione all’abbattimento.