SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tempo di bilanci per il Bea, il Banco dell’Enogastronomia e dell’Artigianato del medio versante Adriatico: la quarta edizione, conclusa domenica 3 giugno, ha registrato il solito successo di affluenza, con circa 30 mila visitatori e il 20 % di espositori in più rispetto lo scorso anno.
Un successo sottolineato anche dal presidente del Consorzio Turistico Riviera delle Palme, Marco Calvaresi, in un incontro tenutosi con i rappresentanti di categoria che hanno contribuito alla creazione della manifestazione: «Questo progetto partito quattro anni fa oggi percorre la giusta strada della qualità che deriva dalle offerte territoriali sempre numerose che danno legittimità all’evento. Sarebbe indicato trovare per i prossimi anni una sede adeguata, “semi-permanente”, che sia cioè da richiamo anche per le altre iniziative territoriali».
A tal proposito è intervenuto anche il sindaco, Giovanni Gaspari: «Queste occasioni sono importanti per il territorio e per la nostra città: certo, creare una struttura fieristica permanente, tipo il Palacongressi, sarebbe una grande opportunità per tutti, artigiani e espositori in particolare. Se parliamo di location allora potremmo includere nei prossimi anni anche il porto turistico o il molo sud».
Comunque sia, già si sta pensando per il prossimo anno, ma dalle parole dei rappresentanti di Confindustria, Confartigianato e Cna sembra esserci la volontà di portare la manifestazione ad alti livelli, come ha affermato la dottoressa Basili di Confartiginato: «Dovremmo prima di tutto aprirci all’estero, tramite buyers o tour operator stranieri, oppure pianificare qualcosa con l’Abruzzo o l’Umbria».
Luciano Vizioli di Confindustria, invece, ha in mente un altro progetto: «Per il futuro del Bea proporrei la mobilità della manifestazione: creare un format che sia presente fuori da San Benedetto in modo tale che il turismo locale venga promosso anche fuori dalla città».
Lascia un commento
bea. mah. questo tipo di bea lo possiamo vedere a san benedetto ogni martedì e venerdì al mercato. anzi qui si vendono anche prodotti tipici di altre regioni, tipo il tacchino alla canzanese e la porchetta di ariccia. se la nostra immagine è quella che è venuta fuori dal bea, poveri noi . stiamo proprio messi male. e il comune invece di incassarci i soldi per l’ occupazione del suolo pubblico ha dato un contributo di 30000 euro.