SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Con una determina del dirigente del settore Finanze, il Comune approva lo schema di contratto per la cessione di alcuni immobili di sua proprietà alla Picenambiente.
Si tratta dell’attuale sede della società che si occupa della gestione dei rifiuti urbani, che finora ha pagato un canone annuo di affitto di circa 48 mila euro.

882 mila euro il prezzo per la cessione di uffici, di un capannone e di un magazzino con piazzale esterno, situati nel quartiere Ragnola, in via Monte Aquilino.
Basandosi su motivazioni di pubblico interesse – ricavare fondi da reinvestire in opere pubbliche – il Comune con questo atto “ritiene opportuno procedere alla stipula del contratto di vendita”, che sarà sottoscritto presso il notaio sambenedettese Tommaso Faenza.
La cessione però è stata fortemente criticata dal consigliere comunale di An Giorgio De Vecchis (clicca QUI); in seguito la prima delibera di vendita è stata integrata da un successivo atto, anch’asso approvato dal consiglio comunale, nel quale veniva aumentato il prezzo delle proprietà comunali in base a una nuova stima commissionata a un docente dell’Università Politecnica delle Marche, il professor Raffaele Zanoli. Quell’atto era stato integrato anche da un parere legale sulla regolarità del procedimento amministrativo.

A febbraio De Vecchis ha deciso di impugnare i due atti del Comune, e presenta un ricorso al Tribunale Amministrativo delle Marche per chiedere l’annullamento delle delibere previa sospensiva.
Tre mesi dopo, con un’ordinanza il Tar rigetta l’istanza di sospensiva presentata dal consigliere comunale, ritenendo che non sussistono esigenze cautelari, ma si riserva di dare in futuro un giudizio di merito sulla richiesta di annullamento e sulle motivazioni avverse fornite dalla difesa del Comune di San Benedetto.
Stando a quanto dichiarato da De Vecchis a Sambenedettoggi.it, le motivazioni addotte dalla difesa del Comune «a prescindere dalla loro valutazione in sede giudiziale lasciano fortemente perplessi soffermandosi principalmente su presunti vizi di legittimazione e procedurali, piuttosto che riguardare la difesa di merito circa i lamentati vizi e abusi della procedura di alienazione del bene alla Picenambiente Spa, sui quali resta aperta ogni perplessità».