SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il problema dello stadio da mettere a norma potrebbe condizionare oltre misura il futuro della Samb Calcio, lo testimoniano chiaramente le parole di Marcello Tormenti, responsabile marketing della società: «Se il sindaco non vuole prendersi questa “gatta da pelare”, e bussare alle porte dei contribuenti, ce la prendiamo noi, basta dirlo. Siamo disposti a varie ipotesi: acquisto dell’impianto, perequazione urbanistica o gestione di superficie per 40 anni. L’importante è che si faccia presto, anche perché i tempi sono lunghi di per sé e quasi certamente saremo costretti a giocare le prime partite della prossima stagione in un altro stadio»
Non sarebbe un bell’inizio e probabilmente più sofferto del campionato scorso. Tre ipotesi che hanno preoccupato qualche nostro lettore mentre altri si stanno dimostrando favorevoli su un eventuale cessione o concessione a privati del “Riviera delle Palme”. Considerazioni rispettabile quelle di chi è contrario ma con il punto debole che sottovalutano o ritengono marginale il problema della messa a norma (servono almeno 3 milioni di euro!) e quindi che la società continui ad esistere e a vivere degnamente. Le “vie di fuga” più accreditate sembrano quelle avanzate da Marcello Tormenti. Il tempo stringe e riteniamo che sia doverose esaminarle con serenità:
1) Acquisto dell’impianto: è semplice da capire e si basa sulla domanda e l’offerta, come si suol dire, ma la cessione definitiva appare come la meno realizzabile.
2) Perequazione urbanistica: qui serve il vocabolario: Nel linguaggio urbanistico si intende generalmente per perequazione quel principio la cui applicazione tende ad ottenere due effetti concomitanti e speculari: la giustizia distributiva nei confronti dei proprietari dei suoli chiamati ad usi urbani e la formazione, senza espropri e spese, di un patrimonio pubblico di aree a servizio della collettività.
Perché un “piano regolatore perequativo” sia efficace e giuridicamente inattaccabile dev’essere redatto applicando un rigoroso metodo di pianificazione fondato sulla “classificazione del territorio” secondo lo stato di fatto e di diritto. La buona gestione del piano deve dare un pubblico profitto. Infatti, una volta garantita ai privati la concentrazione dei diritti edificatori “spettanti al terreno” e acquisitone il resto al patrimonio comunale, ogni ulteriore diritto edificatorio è riservato alla mano pubblica e utilizzabile per scopi sociali.

3) Gestione di superficie per 40 anni: non conoscendo la bozza della convenzione che la società rossoblu ha depositato in Comune circa un anno fa e alla quale il sindaco Gaspari non ha dato ancora risposta, ci siamo procurati  quella tra Perugia Calcio e il Comune del capoluogo umbro perché (secondo una fonte molto attendibile) sarebbe identica o quasi a quella sambenedettese. Il testo integrale della Convenzione potete trovarlo su Riviera Oggi in edicola da domani, martedì 29 maggio.
Sono 19 articoli sui quali si può iniziare a riflettere. Credo infatti che il nostro primo cittadino intenda giustamente valutare anche il consenso popolare.