GROTTAMMARE – Torna in libertà Elvio Mazzagufo, l’imprenditore ittico grottammarese che nei giorni scorsi aveva minacciato di darsi fuoco negli uffici della Regione Marche, per protestare contro la Regione, in quanto non poteva riaprire l’ittiturismo “Fish“. E alcune importanti verità sembrano emergere, sulla base dei verbali delle forze dell’ordine e dalle dichiarazioni dei testimoni, rispetto a quanto riportato inizialmente dai primi comunicati stampa.
Questa mattina, dopo essere stato sottoposto ad interrogatorio da parte del Gip del Tribunale di Ancona e con la conseguente udienza di convalida dell’arresto, «il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto di dover convalidare l’arresto, stante l’apparenza dei fatti costituenti reato. Ci si riserva la verifica nel merito di quanto accaduto durante il processo dibattimentale, che verrà celebrato in seguito», scrive l’avvocato difensore Cristina Perozzi.
«Sono emerse alcune inesattezze» afferma però l’avvocato Perozzi, che spiega: «Non risulta che Mazzagufo abbia cosparso di benzina le suppellettili ed i mobili dell’ufficio regionale, come non è emerso che si sia cosparso i vestiti del medesimo liquido infiammabile. Non è emerso inoltre che Mazzagufo si sia barricato all’interno dell’ufficio regionale, e che per questo abbia utilizzato un divano contro la porta di ingresso, mentre è emerso al contrario che all’arrivo della Polizia, già all’interno dell’ufficio vi fosse un funzionario regionale che colloquiava con il Mazzagufo, cercando di tranquillizzarlo».
La Perozzi prosegue: «Non è emerso infine che il Mazzagufo abbia minacciato alcuno dei dipendenti regionali, ovvero di dare fuoco agli uffici regionali, mentre è acclarato che lo stesso abbia minacciato di darsi fuoco qualora non gli avessero spiegato i motivi del ritardo nell’iscrizione all’albo degli esercenti l’attività di ittiturismo. Da parte del mio assistito, inoltre, non vi è stata resistenza alcuna alla Polizia intervenuta, alla quale si è consegnato immediatamente chiedendo di aiutarlo a risolvere il suo problema altrimenti, per la disperazione, avrebbe compiuto il gesto insano di darsi fuoco».
Il Gip, dunque, quest’oggi si è pronunciato sul reato di apparenza di tentato incendio, ritenendo corretta la procedura di arresto eseguita, mentre non si è pronunciato sui presunti reati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Il Pubblico Ministero inoltre non ha proceduto subito con il giudizio direttissimo, in tal modo ritenendo di dover compiere ulteriori indagini preliminari in merito ai reati addebitati al Mazzagufo.
A questo punto la linea difensiva di Mazzagufo «tenterà di dimostrare che le condotte tenute sono state solo il frutto di una estrema esasperazione, e che erano dirette esclusivamente ad attirare attenzione sull’impossibilità, immotivata ed oramai protrattasi per anni, di poter lavorare»
Secondo la Perozzi Elvio Mazzagufo «si è lasciato prendere dalla disperazione, in considerazione che per tanto tempo ha subito insormontabili ostacoli burocratici senza poterne capire le ragioni, e ad oggi – nell’imminente inizio della stagione turistica – non ha ancora ottenuto un’iscrizione all’albo regionale – e non una autorizzazione – nonostante l’istruttoria fosse conclusa e non gli fosse stata richiesta nessuna ulteriore integrazione».
Sembra addirittura che alcuni rallentamenti siano stati dovuti ad alcune interpellanze parlamentari, riguardanti proprio il caso dell’ittiturismo “Fish”.