SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Parole dure quelle del circolo cittadino di Rifondazione Comunista verso l’ordinanza del sindaco di centrosinistra Gaspari, che vieta dalle ore 22 in poi la vendita di alcolici di qualunque gradazione, in lattina e in bottiglia di vetro.
La premessa necessaria al comunicato di Rc è che a Porto d’Ascoli, in via Mare, è presente uno storico supermercato che d’estate vende alcolici fino a tarda ora. Il sospetto nutrito dal consigliere Daniele Primavera e dai suoi compagni di partito è che l’ordinanza di Gaspari sia stata un atto “ad personam”, spacciato per strumento di prevenzione del consumo di alcol.
«È stato molto imbarazzante venire a conoscenza di tale atto dalla stampa, quando Rifondazione esprime il presidente della commissione Turismo e Commercio [Daniele Primavera, ndr] che dovrebbe approfondire anche queste tematiche; a meno che non si consideri inutile il lavoro della commissione e puramente onorifico il titolo di presidente».
Dissenso nel merito e nella logica politica dell’ordinanza, critica per una formulazione definita «incoerente». Già nel 2006 Rifondazione espresse le sue perplessità per questa ordinanza. «Né l’anno scorso né quest’anno si è aperta una discussione in maggioranza su tale iniziativa, preferendo una deriva autoritaria autolesionista che certo non giova all’immagine di un sindaco che fa della partecipazione democratica il suo principale argomento», è l’accusa di Rifondazione.
Parlando dell’ordinanza nel merito, la nota di Rc usa una serie di aggettivi certamente non gratificanti.
«Appare grottesco e intellettualmente poco onesto che un provvedimento così incoerente e sgangherato, illiberale e proibizionista, sia spacciato per un atto volto a frenare una piaga gravissima come l’abuso di alcol da parte delle giovani generazioni. Le azioni di contrasto a questo problema richiedono strategie non repressive, a medio e lungo periodo, che del resto l’assessorato ai Servizi Sociali sta portando avanti ottimamente già da tempo».
La seconda ratio dell’ordinanza di Gaspari sta nel prevenire la dispersione sulle aree pubbliche di vetri e lattine usate. Perché vietare le lattine, si domanda Rifondazione?
«Questo ci spinge a ritenere che il divieto di vendita per asporto sia in realtà un provvedimento ad personam, rivolto a quel ristrettissimo numero di attività che non disponendo di licenza di somministrazione si troverà, de facto, a non poter esercitare vendendo in maniera del tutto legittima i propri prodotti».
Insomma, secondo Rifondazione si rischierebbe una sorta di “aiuto di stato” del Comune verso categorie di esercenti particolari, “turbate” da operatori che fanno una forte concorrenza sui prezzi.
Così si conclude il comunicato di Rifondazione Comunista: «Se così sarà il sindaco avrebbe dimostrato la tesi secondo cui il provvedimento è orientato alla cancellazione di qualche soggetto dal mercato su pressione di altri, esattamente come fece Martinelli con il negozio di via Mare. Rifondazione chiede pertanto che il Sindaco accetti di ripensare questa ordinanza, apra un confronto democratico con i partiti che lo hanno sostenuto e ne hanno garantito la vittoria, e magari faccia partire controlli serrati a chi vende massicci quantitativi di superalcolici a minorenni, anziché prodigarsi a coprire questa vergognosa tolleranza con la foglia di fico di un’ordinanza inutile e autoritaria»