Però lo farà dopo Natale, per giustificarne la svendita. Lo affetteranno non per ammirarne le potenti «fauci gialle e occhiute» (Italo Calvino), ma per estrarre dal cilindro furbe multisale e redditizi loculi commerciali.

Dolcezze del turbocapitalismo.

Il “Panettone”, cominciato (ovvero costruito) male, finirebbe peggio. Prima che si guasti del tutto conviene mangiarlo.

Ma chi se lo pappa? Perché un dolce così brutto ma ricco finisce sulle solite tavole di imprenditori e politici – che già mangiano bene – mentre al “popolo” restano appena gli scarti, ancorché prelibati?

Uvette sultanine e canditi colorati: ti sospendono l’incazzatura, ti alleviano la depressione. Ma quanto sono indigesti…