SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il varo del Partito Democratico campanello d’allarme di una chiusura al contraddittorio politico sulla scena politica locale? È questo il timore del capogruppo consiliare del Nuovo Psi, Paolo Forlì e del coordinatore comunale di An, Luigi Cava. I due esponenti sollevano le proprie preoccupazioni sulla nascita del nuovo soggetto politico del centrosinistra, che radunerà sotto una stessa “bandiera” Ds e Margherita. «La posizione del Partito democratico nel contesto amministrativo locale – affermano – è alquanto dominante, con una pattuglia di rappresentanti istituzionali da far invidia alle cosiddette “maggioranze bulgare”».

«Riconducibili al Partito Democratico – proseguono – sono il sindaco, il vicesindaco, il presidente del consiglio, l’assessore alle Politiche Sociali, l’assessore alla Cultura e tredici consiglieri Comunali. Persino nelle società partecipate del Comune, dalla Multiservizi alla Picenambiente, figurano ai vertici presidenti che sono diretta espressone del PD o addirittura organici allo stesso».

Cava e Forlì sostengono di non voler ostacolare il processo di trasformazione della maggioranza ma di voler lanciare un invito a non svilire le forme più avanzate di partecipazione: «Non vogliamo interferire negli equilibri del fronte avverso al nostro, bensì sollecitare quelle più avanzate forme di partecipazione necessarie per scongiurare la deriva di un “pensiero unico” in materia di urbanistica, cultura, sociale e quant’altro. Come non considerare reale il rischio di un atteggiamento di chiusura al contraddittorio da parte dell’attuale compagine di governo che per la quasi totalità risulta espressione di un unico partito? Del resto lo svilimento del ruolo delle Commissioni, certi sacrosanti diritti negati ai consiglieri, l’atteggiamento di totale chiusura sul Prg, le sanzioni adottate ad alcuni ed evitate ad altri senza criteri né regole, le news progettuali apprese solo a mezzo stampa, sono campanelli d’allarme già segnalati dalla minoranza».

«Non si dica – concludono i due esponenti della minoranza – che i partiti dell’opposizione non si sono resi disponibili al dialogo, la verità è che il PD pensa di poter fare tutto in “camera caritatis”. Il tempo giudicherà i loro comportamenti».