ROZZANO (Milano) – Questa la lettera che il lettore Enrico Spaolonzi ci ha inviato dopo aver letto l’articolo con cui davamo conto del suo intervento a proposito della battuta di Massimo D’Alema sulla Sambenedettese.

Vi devo confessare che quando ho letto dei ringraziamenti a nome della città nei miei confronti mi sono emozionato.
Purtroppo non è la prima volta che mi capita di veder la Samb messa alla stregua di cenerentola, se non peggio, o come esempio di squadra scarsa, materasso o altro. Non so perchè, forse per il nome che salta subito all’occhio.
Quando ero bambino, per esempio, mi ricordo che ho notato subito che era l’unica squadra il cui nome non era riportato per intero nella schedina (Sambenedett. al posto di Sambenedettese), oppure mi è capitato parecchie volte di conoscere gente che tifa, o ha tifato, o ha simpatizzato per la Samb per i motivi più disparati. Mi ricordo un ragazzo che tifava Samb perchè ha il nome lungo.
Per quanto mi riguarda, l’amore infinito e incondizionato è nato in seguito, ma non perché mia sorella ha sposato un sambenedettese e ora vive a Grottammare, quindi l’estate la si passava fissa da quelle parti.
Erano gli anni della B e soprattutto delle “amichevoli di lusso” estive, sia al Ballarin che poi al Riviera, e il fascino della Samb mi ha subito conquistato senza più lasciarmi. Adesso finalmente la società è tornata solida, anche se un po’ inesperta (vedi caso Desideri), quindi ci si può permettere di ricominciare a sognare quello che non è mai stato (la serie A). Nel frattempo “accontentiamoci” della coppa Italia.