RIPATRANSONE – «Lo sport è una grandissima scuola di vita ma per raggiungere ogni obiettivo è necessario credere in se stessi», parola di Jury Chechi. È questa la frase con cui il pluripremiato campione sportivo presenta il suo ultimo libro autobiografico, Semplicemente Jury. Un appuntamento importante quello di venerdì sera al Teatro Mercantini (ore 21) per il quale si prevede un tutto esaurito proprio per la presenza di uno dei personaggi sportivi più amati d’Italia.
Nato a Prato nel 1969, Jury Dimitri Chechi viene chiamato così in onore del famoso astronauta russo Gagarin. È del 1977 la prima vittoria importante con il primo posto nel Campionato Regionale Toscano. Da qui in poi inizia la sua ascesa nell’olimpo dell’atletica italiana e internazionale: dal 1989 al 1995, sotto la guida del suo allenatore Bruno Franceschetti, vince 6 titoli italiani consecutivi, i Giochi del Mediterraneo, le Universiadi, 4 titoli europei e 5 titoli mondiali. È nel momento più alto della sua carriera che il “Signore degli anelli”, come viene soprannominato, subisce il primo dei due gravi infortuni che ne complicano la vita sportiva: nel 1992, ad un mese dalle Olimpiadi di Barcellona, si rompe il tendine d’achille durante un allenamento. L’incidente non lo scoraggia e nel 1996 vince un oro olimpico ad Atllanta. È nel 2000, invece, che subisce la rottura del tendine brachiale di un bicipite, episodio che gli impedirà di partecipare alle olimpiadi di Sidney. Armato di una inesauribile forza d’animo, torna sulle scene nel 2004 ad Atene, portabandiera della spedizione italiana, dove contro tutti i pronostici a 35 anni conquista un’inaspettata medaglia di bronzo.
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