SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Avviato il processo per la creazione di una piattaforma sociale comune che dovrebbe abbracciare tutti i Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale 21. Dopo l’intesa sancita il 26 aprile scorso tra il Comitato dei sindaci, il coordinatore dell’Ambito Territoriale e le organizzazioni sindacali confederali, verrà aperto un tavolo di concertazione permanente per realizzare una carta dei servizi socio-sanitari fruibili nel nostro territorio che abbia come base anche l’istituzione di una gestione associata e condivisa dei servizi.
A confermarlo, in un incontro con i rappresentanti sindacali, è stato l’assessore alle politiche sociali Loredana Emili: «Con il verbale d’intesa firmato dai rappresentanti dei comuni dell’Ambito Territoriale 21 finalmente si è potuto riprendere un discorso interrotto da diversi anni. Nell’accordo si indica la priorità di procedere per la costruzione di questa piattaforma sociale partendo da un potenziamento nella gestione dei servizi attivi nel territorio: sia per l’assistenza domiciliare – rivolta ad anziani e disabili – e sia per l’attività dei Centri diurni (come per esempio Casa di Alice, Biancazzurro, La Clessidra) si dovrà creare una gestione associata, cioè una modalità di gestione unitaria che sia equivalente per tutti i centri diurni. Altro progetto da realizzare è quello di una rete finalizzata alla costituzione degli Uffici di Promozione Sociale: si tratta di sportelli che possano dare indicazioni al cittadino sia in ambito sanitario che sociale».
Il rappresentante delle organizzazioni sindacali ha espresso il suo parere favorevole per questo progetto: «Con questo sistema in primo luogo riusciremo a creare un’azione di monitoraggio delle associazioni o dei Centri di volontariato presenti nell’Ambito, per arrivare ad avere una gestione complessiva dei servizi. Poi rimarrà la vera sfida, cioè la creazione degli Ups (Uffici di Promozione Sociale) che dovranno prendersi la responsabilità di soddisfare i bisogni del cittadino. Quindi devono essere efficaci. Noi chiediamo anche ai Comuni più grandi di dare maggiormente una mano per la realizzazione del progetto e soprattutto di dare un aiuto anche ai Comuni più piccoli che non dispongono di elevate risorse per attuare il piano di solidarietà: d’altronde quello che noi facciamo serve esclusivamente per garantire un servizio appropriato per tutti i cittadini».