SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «La Samb? Posso garantirle che non ho avuto nessun contatto con la dirigenza marchigiana. Con Pavone ci conosciamo dai tempi della mia esperienza con la Primavera della Salernitana, ci stimiamo, ma questo non significa che sia stato fatto un discorso per la panchina rossoblu. L’ultima volta che l’ho visto è stato in occasione della partita dell’Arechi, lo scorso ottobre».
Raffaele Novelli smentisce l’indiscrezione secondo cui, qualora mister Guido Ugolotti non dovesse rinnovare il contratto che lo lega al sodalizio di Viale dello Sport, sarebbe tra i papabili per succedere al tecnico spezzino.
«Questo è il momento meno indicato per parlare di certe cose – dice Novelli – Ho il massimo rispetto per il lavoro di Ugolotti, un mister serio e preparato, che sta facendo cose egregie a San Benedetto. Non mi sembra giusto nei confronti di un collega».
Novelli, fino allo scorso gennaio sulla panchina della Salernitana – dopo la sconfitta di Martina Franca il presidente Lombardi lo ha esonerato e quindi sostituito con Gianfranco Bellotto – prima ancora a Melfi, formazione con la quale è sorprendentemente approdato ai play off di quarta serie, ma soprattutto per tre stagioni alla guida della Primavera granata, ci tiene poi a precisare: «Ho un contratto che mi lega alla Salernitana fino al giugno 2006. Le decisioni relative a eventuali esperienze per la prossima stagione le prenderò più avanti».
Il tecnico campano ad ogni modo ha puntati addosso gli occhi di altre società. Un esempio? La Juve Stabia. «So di queste voci, ma non c’è nulla di vero. Al momento non ho preso accordi con nessuno. Prospettive? La categoria non è mai stata e non sarà un problema. Amo profondamente questa professione, non guardo al discorso economico e mi piace lavorare in un certo modo: in ambienti sani, dove è possibile crescere tutti insieme. Cerco piazze dove ci siano anche le strutture e i campi per poter insegnare calcio. A Salerno per esempio da questo punto di vista sono stato penalizzato».
Quanto alla Samb Novelli non fa fatica ad ammettere: «E’ sicuramente una di quelle città nelle quali qualsiasi tecnico vorrebbe allenare, una piazza di grande prestigio e tradizione, dove c’è un seguito importante e si vive il calcio in maniera partecipe».
Per il diesse rossoblu Peppino Pavone infine, ci sono parole di profonda ammirazione: «Penso che in Italia di direttori sportivi come lui ce ne siano veramente pochi. E’ un grande scopritore di talenti, uno che “arriva” prima degli altri. Tra di noi c’è stima reciproca, disinteressata. Ma ripeto: non mi ha mai parlato della Sambenedettese».
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