RIPATRANSONE – Continuiamo il nostro “viaggio” alla scoperta degli amministratori ripani, in vista delle elezioni comunali di fine maggio, con Francesco Mori, assessore alle Attività Produttive.
Cosa ha realizzato il suo assessorato in questi anni e quali risultati ha ottenuto?

«Vista la crisi in cui versa da tempo il commercio dei piccoli paesi, a causa dell’agguerrita concorrenza dei centri commerciali, abbiamo deciso di tentare la via della collaborazione tra negozianti e amministrazione. Abbiamo aderito ai finanziamenti regionali e della comunità europea previsti per questi casi, cercando di portare avanti progetti che rivitalizzino l’economia. Ad esempio nel 2003 c’è stato il bando sull’arredo urbano, grazie al quale sono stati restaurati sia i locali degli otto negozianti che hanno partecipato all’iniziativa, sia molti spazi pubblici. Nel 2005, all’incirca, abbiamo invece tentato la via dei centri commerciali naturali, alla quale hanno partecipato ben dodici attività».

L’iniziativa dei centri commerciali naturali sembra aver avuto alti e bassi. Lei crede sia stato più un successo o un fallimento?

«Ci sono stati risultati molto positivi, basti pensare al fatto che hanno usufruito dell’iniziativa 197 famiglie, che sono stati distribuiti 27000 bollini per un totale circa di 13.000 euro di buoni acquisto e di 500 euro di premi mensili. Certo, il consumatore ne ha trovato giovamento, mentre per quel che riguarda i negozianti ci sono state attività che hanno avuto più benefici mentre altre meno. Quello che è importante è che si prosegua in questa direzione, magari trovando anche nuove strade e percorsi per rilanciare il nostro commercio».

Una critica che vi si rivolge spesso è l’eccessivo interesse per le periferie del paese, soprattutto per la Valtesino, e nello stesso tempo la scarsa incisività nel rilanciare il centro ripano. Cosa ne pensa?

«Non credo ci sia un eccessivo sbilanciamento verso la periferia, piuttosto sono convinto che dobbiamo guardare a Ripatransone come territorio. Ci sono zone che vanno sviluppate in una certa direzione perché hanno determinate caratteristiche. Ad esempio, la Valtesino si presta molto bene allo sviluppo industriale, soprattutto per via del vicino casello autostradale: non è un caso che abbiamo puntato sul Piano degli Insediamenti Produttivi (PIP), favorendo l’inserimento nel territorio di piccole e medie aziende non inquinanti e diversificate».

Quale deve essere il giusto rapporto tra centro e periferia, secondo lei?

«Con l’amministrazione precedente, quella di Maroni, avevamo iniziato il progetto dei comitati di quartiere, che pian piano si sono trasformati in qualcosa di più informale ma altrettanto efficace: ora c’è un approccio più diretto ai problemi del territorio, contatti diretti con le associazioni, i comitati feste… Capita spesso, ad esempio, di riunirci nelle varie zone del paese per discutere in presa diretta dei problemi, creando così un legame più saldo fra città e periferia».

Ci può fare una previsione per le prossime elezioni?

«Noi facciamo politica per passione. In questa amministrazione si è creato un gruppo unito ed efficace e speriamo di continuare così, per migliorare ancor più il nostro paese».