SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pubblichiamo integralmente un intervento dell’architetto Fabio Viviani sulla questione delle demolizioni ordinate dall’amministrazione comunale per rimuovere gli abusi edilizi dallo chalet “Da Andrea”. La tempistica del provvedimento ha sollevato forti polemiche tra gli operatori turistici locali, che intanto tornano a chiedere un nuovo piano di spiaggia.

*Tutto il can can, sollevato per le demolizioni messe in atto dall’attuale amministrazione comunale, mi sembra onestamente pretestuoso e soprattutto fuori luogo. Non credo che all’improvviso il Sindaco e i suoi dirigenti si siano alzati la mattina e sempre all’improvviso abbiano chiamato le ruspe a demolire. Le procedure da adottarsi in casi come questi sono lunghe e complesse. Tutto ciò per dire che se si arriva alla rimozione forzata degli abusi, l’amministrazione ha percorso tutte le strade per far rispettare la legge.

Perché nessuno ha detto qualcosa o protestato per la pulizia fatta alla Sentina? Tutti hanno plaudito al fatto che finalmente si era arrivati alla rimozione degli abusi, anzi qualcuno ha anche accennato al fatto che l’azione di tutela del territorio fosse stata portata avanti con deploveroli ritardi. Adesso che viene affrontato il problema degli abusi in spiaggia tutti dicono la propria usando vari ed articolati argomenti. Forse che il “mare” o “la spiaggia” devono essere meno meritevole di attenzione della Sentina? La casistica usata è varia: c’é chi ha detto che bisognava aspettare la fine della stagione turistica: forse esiste un periodo per il rispetto della legge e un periodo per fare i propri comodi? C’é chi ha detto che l’intervento della ruspa fa male al turismo: forse coloro che operano nel turismo devono per forza di cose avere riconosciuta una zona franca? O forse perché l’Amministrazione deve essere forte con i deboli e debole con i forti? Perché coloro che devono tutelare l’interesse generale quando cercano di far rispettare le leggi passano per cattivi?

Ricordo quando nel lontano 1986 fu indetto il famoso concorso per il piano di spiaggia.

Con poca accortezza gli amministratori di allora fecero prevalere una collega “estera” lavandosi le mani per quanto riguarda alcune proposte che già da allora prevedevano un arretramento consistente degli stabilimenti balneari per lasciare spazio a piste ciclabili ed altre attrezzature che oggi si reputano indispensabili ma per le quali non c’è purtroppo lo spazio necessario. Anzi allora si premiò addirittura un lavoro per la grande ricerca storica, come se il tema del concorso fosse stato non il piano di spiaggia ma la ricerca storica. Ma tant’é: San Benedetto è il paradiso del tempo o delle occasioni perdute. Oggi i nostri concessionari pretendono un nuovo piano di spiaggia perché a loro dire quello elaborato dall’amministrazione Martinelli non va bene.

Ma un nuovo piano di spiaggia dovrebbe sanare gli abusi precedentemente fatti o dovrebbe cercare di dare maggiore identità ad un settore della città con funzioni e materiali adatti allo scopo? Lo chalet da “Andrea” ha una verà identità, purtroppo forse perseguita con procedure sbagliate e per questo ha subito la rimozione di questi giorni. Ma gli altri? Tolto qualche raro caso siamo nella più totale delle confusioni mischiando materiali, colori e soluzioni estetiche. Questa è una città che ha bisogno di una svegliata, che deve prendere coraggio e proporsi molto più innovativa. Qualcuno innovò negli anni 30 la città con il lungomare dando allora una vera identità alla nostra San Benedetto. E, seppure vecchio, dà vantaggi ancora oggi. Qualcuno ha ancora il coraggio di proporre qualcosa di innovativo, non dico per i prossimi 70 anni, ma per i prossimi trenta? Perchè per fare qualsiasi cosa a San Benedetto si persegue sola la “memoria”? Perché si fanno le cose già vecchie in partenza? Lungomare nuovo docet. Finchè non ci sarà la ricerca di una nuova identità San Benedetto è destinata a cadere sempre più nell’oblio. Negli ultimi anni le città che hanno perseguito questo obbiettivo hanno visto incrementare le proprie forze e generato volani economici non indifferenti. La speranza non è solo un nuovo piano di spiaggia o un nuovo PRG che tracci linee ma una nuova testa che animino i nostri operatori economici con una Amministrazione Comunale responsabile e ferma nel perseguire nuove linee di sviluppo.

*Arch. Fabio Viviani