SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In tempi di Di.Co. la polemica scatenata intorno al riconoscimento delle coppie di fatto non risparmia neanche la nostra città: questa volta ad alzare la voce contro l’amministrazione comunale, rea di aver approvato provvedimenti contro la famiglia che hanno portato al riconoscimento “giuridico” delle coppie di fatto, è stato il Consultorio “Centro Famiglia” di chiara ispirazione cristiana, che da circa 30 anni opera nel nostro territorio dedicandosi all’accoglienza di famiglie in difficoltà e nell’organizzazione di corsi pre-matrimoniali o per futuri genitori.
I rappresentanti del consultorio Carlo Di Biagio, Fabrizio Pirri e Nicola Farinelli contestano all’amministrazione il loro mancato coinvolgimento nei progetti comunali riguardanti la famiglia, mostrando il loro disappunto in una lettera che prende di mira anche le istituzioni statali.
Tra le righe del testo infatti trapela la loro delusione nel vedere il parlamento che discute su una legge che vorrebbe riconoscere un tipo di famiglia, che in realtà famiglia non è, in base alla semplice convivenza tra persone che escludono gli obblighi derivanti da un matrimonio, civile o religioso che sia.
Secondo il Centro Famiglia, «per costruire una famiglia sono necessari non solo degli sposi che esprimono degli intenti formali, ma due persone, un uomo e una donna, legate da vincoli non solo affettivi ma di amore, che decidono di convivere insieme un’esperienza stabile per tutta la vita; lo Stato avrebbe abbandonato il nucleo centrale della società stabilito dalla Carta Costituzionale, per riconoscere “[…] come famiglia, o quasi famiglia, anche l’unione di due persone dello stesso sesso, mentre con atti di diritto privato possono essere risolte anche queste convivenze legate e scelte personali o condizioni particolari».
La proposta del Centro Famiglia è quella di difendere e aiutare concretamente la crescita delle famiglie italiane con interventi mirati, in modo tale da avere dei punti di riferimento solidi per i giovani; “[…] occorre investire sulla famiglia senza ghettizzare nessuno. Non creiamo altre strutture che minino quelle che da migliaia di anni sono state alla base della società umana”.