SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non servirono per riportare in superficie del Rita Evelin, mentre le salme di Francesco Annibali, Ounis Gasmi e Luigi Luchetti rimasero negli abissi del mare per quasi venti giorni.
Eppure le operazioni di recupero del Rita Evelin sono costate 778 mila euro e ora una serie di enti devono dividersi questi costi. Nonostante il relitto rimarrà probabilmente per sempre in fondo al mare e con esso una gran parte della spiegazione della tragedia.
Comunque il Consiglio comunale del 4 aprile ha approvato l’emendamento proposto dal sindaco Gaspari, con cui si riduce di 60 mila euro lo stanziamento per il settore Attività Sociali ed Educative (10 mila euro per le luminarie natalizie, 50 mila euro per il capitolo “Affidi-Istituti e interventi sui minori”) e si istituisce un capitolo di 10 mila euro da destinare agli incentivi per l’acquisto di auto ecologiche e un capitolo di 50 mila euro per le spese di recupero delle salme dei marinai del Rita Evelin. La società Rana Diving e la Ilma hanno emesso fatture per complessivi 778 mila euro per le operazioni post-tragedia. La Procura di Fermo, che ordinò il recupero del relitto, stabilì che gli oneri erano a carico del ministero della Giustizia. Poi, per velocizzare le operazioni, Regione Marche e Provincia di Ascoli decisero di partecipare alla copertura delle spese. Il 50% delle spese totali sarà dunque a carico del ministero; sul restante 50% la ripartizione sarà 60% per la Regione, 20% per la Provincia, 15% Comune di San Benedetto e 5% Comune di Martinsicuro.