SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Giovedì 5 aprile il Palacongressi ospiterà uno dei concerti più attesi dell’anno, quello della Premiata Forneria Marconi. L’evento è organizzato dal Bitches Brew Jazz Club e dal Comune. I biglietti sono numerati e costano 25 euro più tre euro di prevendita. Per la prevendita bisogna rivolgersi alla biglietteria del teatro Ventidio Basso di Ascoli (telefono 0736 244970), che indicherà anche dove si trovano gli altri punti vendita collegati.
«Finora nessuna amministrazione comunale aveva accolto così bene le proposte della nostra associazione», dichiara il presidente del Bitches Brew Jazz Club Sandro Balducci. L’assessore ala Cultura Margherita Sorge ribadisce l’intenzione di «valorizzare le risorse locali, nel campo della cultura e dell’associazionismo».
La Pfm è uno dei gruppi storici della musica italiana e nel suo lungo percorso artistico ha avuto anche momenti di grosso successo in Gran Bretagna, negli Usa e perfino in Giappone. Negli anni ’70 sono stati gli alfieri del rock progressive insieme a gruppi come Banco del Mutuo Soccorso, Perigeo, Area e Le Orme. Si tratta di quel filone che in quegli anni sposava strumentazioni e dinamiche tipiche del rock con forme musicali e stilistiche proprie di generi del tutto paralleli alla “musica giovane” per eccellenza, come jazz e musica classica contemporanea.
La Pfm nasce dalle ceneri di un gruppo (“I Quelli”) che nella seconda metà degli anni ’60 annoverava session men richiestissimi dalla discografia italiana del tempo, per la loro qualità e per la loro tecnica strumentale.
Nel 1970, dopo la breve parentesi dei Krel, il nucleo base del gruppo incontra il violinista e flautista Mauro Pagani e passa dalla forma-canzone a composizioni più elaborate, ricche di virtuosismi e contenuti sonori all’avanguardia.
La loro storia seguente (clicca qui) è nota non solo negli ambienti di nicchia; storico e di grande successo l’album live del 1979 insieme con il grande Fabrizio De Andrè.
Nella serata del Palacongressi, la Pfm eseguirà i pezzi dell’ultimo album “Stati di immaginazione”, uscito nel novembre del 2006. Un lavoro che nella sua versione dal vivo «vede il gruppo suonare e improvvisare su alcuni video, nella costruzione di un personalissimo e immaginifico percorso, in cui la musica diventa il mezzo per accompagnare gli spettatori all’interno dei filmati. In questo modo la musica, nelle intenzioni, oltrepassa il ruolo di colonna sonora per assurgere a momento poetico e di creatività istantanea» (wikipedia.org).
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