SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Fra i quattro nuovi regolamenti appena approvati in consiglio comunale, ce ne sono due che suscitano molte critiche da parte del centrodestra. Si tratta della composizione del nuovo Comitato Arti Visive e della nascita di una Unità Valutativa per coordinare le prestazioni sociali erogate dai Comuni dell’Ambito 21 e quelle sanitarie erogate dall’Asur in materia di disabilità.
Sul regolamento per il servizio di assistenza domiciliare ai disabili il dibattito si è incentrato soprattutto sulla discrezionalità nell’attribuire ore di assistenza ai pazienti e alle loro famiglie: secondo l’assessore alle Politiche sociali Loredana Emili è qualificante individuare criteri standard che limitano questa discrezionalità. Per Pasqualino Piunti, invece, tale discrezionalità risponderebbe meglio alla particolarità di ogni singolo caso e ciò sarebbe quindi ben lontano dall’essere un mezzo per il clientelismo.
«Per i servizi sociali un Comune dovrebbe seguire solo le leggi nazionali e regionali – sostiene Piunti – che bisogno c’èra di questa impostazione ragionieristica? Poi c’è il doppio ruolo dell’assessore Emili, che è dipendente dell’Asur, che crea rischi di clientelismo. Per non parlare dell’illeggittimità difesa da Gaspari in consiglio comunale».
Piunti si riferisce a un allegato al provvedimento, la delibera di giunta 59 del 20 febbraio scorso, che riporta la dizione “accordo di programma” tra l’Asur 12 e i Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale 21, per la costituzione dell’Unità Valutativa Distrettuale Integrata per i Disabili.

La contestazione riguarda il fatto che per gli accordi di programma la competenza spetta al Consiglio comunale e non alla giunta; inoltre questa tipologia di atto riguarda le opere pubbliche.
Un refuso? Per il dirigente del settore Politiche Sociali Giovanni Alleva pare proprio di sì. Il Segretario Generale e Gaspari hanno sostenuto che la delibera configurerebbe comunque un “protocollo di intesa” (materia di competenza della giunta), e che a livello di contenuto l’atto sia dunque corretto.
Piunti e Bruno Gabrielli vedono poi il rischio di “carrozzoni inutili” nel nuovo comitato di coordinamento del centro sociale Primavera, costituito da tre sindacalisti, un rappresentante di organismi sociali, due nomine della giunta e solo un rappresentante degli anziani ospiti.
A proposito del Comitato Arti Visive, i due consiglieri di centrodestra temono l’emarginazione degli artisti locali in nome della crescita culturale del territorio. «Come contestare il parere di questi esperti se scelgono una colonizzazione di artisti esterni a questo territorio? Perchè poi istituire un comitato che si limita alle sole arti visive?».
ll Comitato valuterà le proposte con poteri consultivi e sarà composto dai seguenti dieci membri (che si riuniranno a titolo gratuito): il sindaco o un suo delegato (normalmente l’assessore alla Cultura), due consiglieri comunali o rappresentanti indicati dal consiglio, il direttore Servizi bibliotecari e museali, il responsabile del Servizio comunicazione visiva, cinque esperti esterni nominati dalla giunta.
In consiglio comunale il centrodestra ha insistito poi su una presunta farraginosità del Comitato.