L’architetto Daniele Paolini e il consulente marketing Antonio Palestini rispondono punto per punto all’interrogazione presentata dai consiglieri Lorenzetti (Udc) e Gabrielli (Forza Italia) sulla consulenza fornita per il progetto dei centri commerciali naturali, “Center shopping le Palme”. Pubblichiamo il loro intervento.

Spettabile direttore,

Superato lo stupore per aver visto comparire sulla vostra testata i nostri  nomi tirati indebitamente in ballo  dagli ex assessori Gabrielli e Lorenzetti al riguardo del progetto “Center shopping le Palme” ci sentiamo obbligati a chiarire ai due ciò che ora li fa inutilmente tergiversare.

Ricordiamo innanzi tutto che nel 2004 fu l’amministrazione di cui loro erano assessori che ci convocò presso il comune per una consultazione tecnica che avvenne alla presenza dello stesso sindaco Martinelli e dei dirigenti dei rispettivi Uffici comunali al fine di essere ascoltati circa un nostro personale Progetto di rilancio del commercio urbano da noi gia elaborato fin dal 2002 a titolo gratuito per puro spirito di servizio e di amore per la nostra città. Ci mettemmo allora a disposizione per avviare le azioni necessarie al fine di supportare il commercio urbano in crisi ma dopo questo sporadico episodio, tutto finì nel dimenticatoio.

Fu nostra l’idea di consigliare a quella amministrazione l’elaborazione di un vero e proprio Piano di Marketing  capace di valorizzazione quello che noi in anticipo sui tempi avevamo individuato come un vero e proprio centro commerciale all’aperto.

Qualche tempo dopo l’incontro con Martinelli e co, in vista della scadenza delle domande per i finanziamenti  che nel frattempo la Regione Marche con apposita L.R.  aveva stabilito di erogare per i Centri Commerciali Naturali, venimmo convocati con urgenza da Confcommercio e Confesercenti a cui lo stesso comune aveva demandato l’elaborazione del necessario progetto da allegare alla domanda di finanziamento. Ci fu dato consensuale mandato di redigere in fretta un documento tecnicamente attendibile e capace di captare i finanziamenti  previsti.

Ci preoccupammo allora di avviare immediatamente le procedure progettuali e tutte le consultazioni  necessarie  incontrando nelle sedi delle associazioni stesse e alla presenza dei loro funzionari ed anche di amministratori Comunali e tutti i commercianti interessati, elaborando tempestivamente ma con la necessaria professionalità quello che poteva ritenersi un vero e proprio “Piano di Marketing”che fu chiamato in maniera totalmente condivisa da tutti  ” Shopping Center le Palme”

Il nostro progetto fu quindi recepito dal Comune e spedito in regione (che come detto per legge , poteva essere l’unico promotore  giuridico dell’iniziativa) e ciò è stato fatto giusto in tempo per essere inserito in graduatoria di finanziamento.

Grazie alla buona qualità del progetto esso ebbe accesso con successo  alle graduatorie Regionali ottennendo un finanziamento  di 87.912 euro. E’ altresì  polemica sterile quella relativa al cambio del nome del progetto da “Center shopping le Palme” a “Commercentro” visto che il fine non cambia.

Il lavoro è sacro e va pagato detta la nostra costituzione, e giustamente nel Dicembre 2006, con decreto dirigenziale ci fu liquidata dal comune la relativa parcella  per un importo di 2.650 euro. Lorenzetti e Gabrielli  sappiano inoltre che  la somma non è come loro subdolamente ipotizzano un acconto, ma bensì il saldo. (Abbiamo convenuto la somma finale in accordo con gli stessi dirigenti dell’ente preposto)

Da ultimo, il giudizio espresso dall’ex assessore Gabrielli circa il Watershow, non trova nessun nesso con  “Commercentro” e appare insensato. L’obiettivo di “Commercentro”  era quello di poter accedere ai fondi regionali e così è stato fatto, per poter dar luogo a manifestazioni per il rilancio del commercio urbano.

Con ogni riserva per la tutela dei nostri diritti.

Dott. Arch. Daniele Paolini – Cons. Marketing Antonio Palestini

PS. I Commercianti del Centro e anche molti cittadini si chiedono: “Come mai i due ex assessori che erano ben a conoscenza dell’esigenza di dover tempestivamente presentare un Progetto di Marketing in Regione, pena l’esclusione dal Contributo, solo ora scoprono che il Comune era già dotato di un Piano di MarKeting da loro fatto redigere e costato ben 50.000 alle casse pubbliche? Perché il Comune si servì allora del Piano Paolini Palestini per ottenere il finanziamento?