GROTTAMMARE – Vicepresidente dell’associazione Lido degli Aranci, agente di commercio, esponente della Confcommercio provinciale e suo rappresentante per Grottammare. Ma anche sommelier, presidente provinciale degli agenti di commercio FNAARC, ma – soprattutto – innamorato della sua città.
Tullio Luciani è un vero vulcano di idee e iniziative: per questo divideremo questa intervista in due parti: la seconda tratterà dei naufraghi del Tristan, la storia di coraggiosi marinai grottammaresi che, nell’800, scamparono ad un incendio nel bel mezzo dell’Atlantico.
Associazione Lido degli Aranci, Confcommercio, agente di commercio, modellismo navale. Come si fa a seguire così tante attività?
«Alcune, come l’agente di commercio – scherza – le svolgo a tempo perso. Con il Lido degli Aranci organizziamo Cabaret Amoremio, le serata di beneficenza Una rotonda sul mare, le rassegne Sul mare luccica e Commedie nostre, il premio Grottammarese dell’anno. Per quanto riguarda la Confcommercio, organizzo dei corsi, il più interessante dei quali, nel 1995, era sull’automotivazione: la prova d’esame consisteva nel camminare sui carboni ardenti».
Perchè Lido degli Aranci?
«Abbiamo un microclima particolare, grazie alla protezione delle colline, e qui crescono palme e aranci, tipici di ambienti più caldi. Credo che questa mitezza dell’ambiente debba essere sfruttata per il turismo: il sambenedettese Peppino Mazzocchi, fondatore e presidente onorario dell’Assoalbergatori, si sta già interessando a quella che potrebbe essere una svolta: un centro di talassoterapia da collegare agli stabilimenti balneari affinché pure qui si possa godere il mare anche d’inverno».
Da agente eno-gastronomico saprebbe dire se i prodotti marchigiani sono apprezzati nel resto d’Italia?
«Vengono sempre più apprezzati, ma occorre dire che siamo partiti in ritardo rispetto ad altre regioni; non bastano solo Vinitaly di Verona e Cibus di Parma, c’è ancora molta strada da fare. Regioni come la Toscana sono da più anni sul mercato e portar via anche solo un po’ di spazio non è semplice. Ma in virtù degli ottimi prodotti marchigiani, stiamo recuperando».
Lei saltò agli onori delle cronache locali per una vicenda di cui fu protagonista a 14 anni.
«Il corpo di una donna fu trovato da un contadino lungo la ferrovia, all’altezza dell’attuale Big Store in avanzato stato di decomposizione. Dalle indagini si accertò che quella donna era della provincia di Brindisi ed era caduta da un treno mentre tornava a casa da Bologna dove era andata a trovare un figlio ricoverato».
E lei cosa fece?
«La donna venne sepolta provvisoriamente qui, a spese del Comune. Rimasi impressionato da questa vicenda: non si riusciva a scoprire chi fosse, mentre gli ignari parenti la cercavano disperati. Quando fu idintificata, scoprii che la sua famiglia era povera e con molti figli. Per aiutarla, decisi di organizzare una colletta per far tornare la salma nella sua terra: serviva un milione di lire. Erano tantissimi soldi, per l’epoca: eravamo alla fine degli anni ’60».
Riuscì nel suo intento?
«Ogni giorno, per circa otto mesi, giravo fra le famiglie con tutte le carte – del Comune e dei Carabinieri – che testimoniavano che stavo raccogliendo fondi per questo scopo. La gente rispondeva, ma è stata dura. La voce si sparse e riuscii a raccogliere la somma, cento lire per volta».
Ha mai conosciuto i familiari di quella donna?
«Anni dopo, partii militare con il Battaglione San Marco di stanza a Brindisi. Decisi così di andare a trovare la famiglia, ma quando mi trovai lì vicino desistetti: vivevano ancora in povertà, e non me la sentii. Passarono gli anni, quasi trenta, ed il figlio della signora ritrovata si trasferì a Milano e lì fece fortuna. Mi cercò, venne tre volte a Grottammare, ma non conosceva il mio nome. Pensò anche di rivolgersi alla trasmissione di Enzo Tortora Portobello ma, proprio la sera in cui avrebbe dovuto partecipare, Tortora fu arrestato. Alla fine riuscimmo lo stesso ad incontrarci, fu un momento di gran commozione per entrambi: era come se ci conoscessimo da sempre».
Ha organizzato altre collette a fin di bene?
«Si, nei primi anni ’60 un camion andò a sbattere contro la nota Croce al bivio con la Valtesino: facemmo una raccolta di denaro per ricostruirlo. Una cosa che pochi sanno è che la statua è cava e contiene una pergamena con scritti i nomi di chi partecipò alla colletta».
Com’era prima Grottammare?
«Era stupenda, avevamo il mito del Kursaal. È stato uno dei pochissimi locali in Italia sul genere, faceva concorrenza a Rimini. Era un paese liberty, sia nella cultura che nella storia. Storia che potremmo comunque riuscire a rivivere, con un occhio più attento al turismo. Non dimentichiamo che la nostra è stata una delle prime Aziende di soggiorno in Italia. Attualmente, nella nuova Provincia di Ascoli Piceno siamo per popolazione il terzo Comune dopo Ascoli e San Benedetto. Le recenti amministrazioni hanno di certo fatto tanto, e bene».
Cosa andrebbe realizzato, a suo parere?
«Oltre a prolungare il turismo al periodo invernale, un porticciolo turistico: potrebbe essere il volano per l’economia, senza gravare sull’ambiente».