ROMA – Biglietti gratis per gli under 14 negli stadi; pene più severe per chi è responsabile di lesioni gravissime nei confronti di pubblici ufficiali; ridimensionata la messa al bando di striscioni e cartelli. Le commissioni Giustizia e Cultura della Camera modificano il testo del decreto contro la violenza negli stadi uscito dal Senato. E si accelerano i tempi del dibattito in Aula. Visto che il decreto scade il 2 aprile e deve ritornare a Palazzo Madama.
PIÙ MINORI NEGLI STADI La proposta è del presidente della commissione Cultura della Camera Pietro Folena e viene accolta con entusiasmo da entrambi i poli. In sostanza, si prevede che le società sportive rilascino biglietti gratuiti nominativi ai minori di 14 anni accompagnati da un genitore o da un parente fino al quarto grado. Nella misura di un giovane per ogni adulto. E per almeno la metà delle manifestazioni sportive previste in un anno. L’adulto, si legge nella norma, dovrà assicurare la vigilanza sul minore per tutta la durata della manifestazione.
LA GUERRA DEGLI STRISCIONI Il Senato aveva aggiunto una norma al decreto (l’articolo 2 bis) per vietare negli impianti sportivi striscioni, cartelli, simboli, emblemi, nonchè cori “relativi ad organizzazioni di sostenitori i cui partecipi siano stati condannati per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive”. Per i trasgressori, ai quali veniva intimato di ripiegare gli striscioni o di interrompere i cori, era stata prevista a Palazzo Madama la stessa pena stabilita per la resistenza a pubblico ufficiale: la reclusione da sei mesi a cinque anni. Ma le commissioni della Camera modificano il testo: sono vietati negli impianti sportivi striscioni e cartelli “che comunque incitino alla violenza o che contengano insulti e minacce”. Punto. La violazione del divieto, si aggiunge, è punita con l’arresto da tre mesi ad un anno.
L’EFFETTO CATANIA I fatti di Catania, l’aggressione all’ispettore capo Filippo Raciti da parte di un tifoso diciassettenne conclusa con la morte del poliziotto, restano il punto di riferimento del provvedimento. Le commissioni Giustizia e Cultura inaspriscono le pene rispetto al testo del Senato che prevedeva la condanna prevista per le aggravanti (da tre a sette anni) aumentata della metà. Chi commette lesioni gravissime contro pubblici ufficiali è punito con il carcere da otto a 16 anni.
L’ARRESTO IN FLAGRANZA DIFFERITO La norma emergenziale che prevede l’arresto in flagranza anche non nel momento della commissione del fatto viene prorogata fino al 30 giugno 2010. Anzichè al 30 giugno 2007 come prevedeva il Senato.
NO ALLE PORTE CHIUSE Si boccia l’espressione “a porte chiuse” perchè “non giuridicamente rilevante”. E così se gli stadi non sono a norma, le partite saranno giocate “in assenza di pubblico”.
Fonte: gazzetta.it