SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A fine marzo scadranno i contratti del coordinatore dell’Ambito Territoriale Sociale 21 e di quattro suoi collaboratori. Per le nuove assunzioni nell’ente sovracomunale si faranno concorsi pubblici. E a tal proposito il sindaco Gaspari ha aggiunto che «il coordinatore Antonio De Santis ha il dovere e il diritto di denunciare pubblicamente se ci saranno pressioni o forzature».
L’affermazione del sindaco non cade a sproposito. Lo scorso novembre, infatti, suscitò scalpore l’assunzione a tempo determinato come “Esperto di progettazione” della figlia di un consigliere comunale di maggioranza (clicca qui). Si trattò di un’assunzione a chiamata diretta che provocò un piccolo terremoto politico fra maggioranza e minoranza.
Ora il capogruppo di An Pasqualino Piunti (che è stato presidente dell’Ambito 21 per quattro anni) dichiara di ritenere inopportuna la precisazione di Gaspari: «Facciamo presente che le forzature di cui parla il sindaco sono già avvenute nel recente passato».
E poi mostra il verbale di una riunione del comitato dei sindaci di Ambito (leggi il verbale in allegato). In quella riunione, l’assessore alle Politiche Sociali Loredana Emili presentò il curriculum della figlia del consigliere comunale; nel verbale poi si legge che «per ora si effettuerà la sostituzione, dal prossimo anno si augura di procedere in diverso modo. Il Coordinatore evidenzia che si sta procedendo come le volte precedenti quando si erano portati in Comitato altri curricula». Alla richiesta di spiegazioni dell’assessore Giambartolomei di Acquaviva si rispose che i contratti di lavoro all’Ambito sono stati trasformati da co.co.co. ad assunzione a tempo determinato con incarico del sindaco.
Sulla sua condotta mentre era presidente dell’Ambito 21, Piunti afferma: «Non ho mai portato un curriculum in una riunione del comitato dei sindaci».
E aggiunge: «Alleanza Nazionale ha il fondato sospetto che possano accadere di nuovo forzature del genere. Confidiamo che l’Ambito non si presti a essere strumento per sanare squilibri in maggioranza».