SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tempi duri per gli appassionati del tifo da stadio. L’Osservatorio del Viminale, presieduto dal vicecapo di Polizia Antonio Manganelli, ieri sera, giovedì, ha varato una serie di misure che inaspriscono ulteriormente il decreto anti-violenza approvato dal Senato in settimana.
Dal 30 marzo infatti sarà vietato introdurre negli stadi italiani fischietti, sirene, tamburi e qualsiasi altro oggetto considerato «manifestazione sonora» non autorizzata. Bandiere e striscioni invece dovranno essere esaminate «preventivamente» dai responsabili dell’ordine pubblico. Per gli striscioni però è stata attuata una sorta di rivoluzione. In sintesi: portarli all’interno di uno stadio sarà una mezza impresa.
Infatti bisognerà prima dovrà chiedere un’autorizzazione – richiesta che però sarà respinta a prescindere qualora venga avanzata da un gruppo all’interno del quale c’è una persona raggiunta da Daspo – alla società (sette giorni prima della partita), al Gos (Gruppo operativo di Sicurezza) o al Questore per gli stadi al di sotto delle 7.500 unità.
In più: lo striscione in questione dovrà sottostare a determinati canoni, relativi alla dimensione (lungo non più di un metro e mezzo), materiale (solo ignifugo) e contenuto (non offensivo).
PARTITE IN NOTTURNA Dalla A alla C2 di giornata in giornata verrà scelto un solo incontro (per categoria) da farsi disputate in notturna; tale incontro dovrà essere scelto fra quelli che presentano “rischio zero”.