ASCOLI PICENO – «Ho appreso solo ora, dalla diffusione che ne è stata data attraverso organi di stampa e mediatici, che, su denuncia del signor Alberto Panichi, il mio nome risulta iscritto unitamente a quello del sostituto Procuratore Pirozzoli nel registro notizie di reato della Procura della Repubblica de l’Aquila (Proc. 3322/06) per un presunto reato di abuso in atti d’ufficio previsto dall’art. 323 C.P.
Premesso che, come dovrebbe ormai essere ben noto, l’iscrizione di cui all’art. 335 del codice di procedura penale è un atto obbligatorio per il pubblico ministero per il solo presupposto di una denuncia proveniente da pubblici ufficiali o provati, indipendentemente dallo svolgimento di indagini preliminari, posso con assoluta tranquillità affermare che nell’ambito di attività istituzionali da me esercitate in relazione alle vicende giudiziarie del signor Panichi, pur ignorando tuttora quali siano i fatti e le violazioni che il denunciante attribuisce a me e al dottor Pirozzoli, non potrà essere rilevato, neppure sotto il profilo del mero sospetto, alcun elemento tale da far ritenere sussistente il “fumus” del delitto ipotizzato, come mi auguro sarà al più presto affermato nella competente sede. Di ciò il Panichi non poteva non essere consapevole e dovrà rispondere delle false accuse per la denuncia di calunnia che sarà presentata nei suoi confronti.
Ritengo di estrema gravità che organi di stampa facciano da casse di risonanza delle iniziative del signor Panichi senza attendere, al di là del mero irrilevante dato della iscrizione nel registro generale della Procura aquilana, l’esito delle risultanze delle indagini condotte dal pubblico ministero competente».
«Avendo infatti riguardo ad attività giurisdizionali e all’operato di magistrati, notizie presentati come “Risvolti sempre più clamorosi”, “diventa naturale collegarsi ai fatti accaduti in Basilicata, con i quali potrebbero delle similitudini” (Resto del Carlino), “trema ancora il mondo giudiziario ascolano”, “Clamoroso provvedimento”, “Risvolti sempre più eclatanti” (Sambenedetto Oggi), senza minimamente dare conto dell’esistenza o meno di elementi di supporto alle accuse, appaiono obiettivamente tendenziose che sono certamente idonee, oltre a gettare discredito su organi istituzionali, a compromettere il prestigio e a generare sfiducia nel pubblico».

«Non posso non ricordare che nei confronti del signor Panichi è in corso presso il tribunale di Ascoli Piceno un processo per gravi fatti di bancarotta fraudolenta sulla scorta di prove documentali e rilevare che la campagna denigratoria del predetto posta in essere nei confronti di gran parte dei magistrati locali ben potrebbe essere un espediente per creare l’apparenza di un clima ostile nei suoi confronti e richiedere lo spostamento del procedimento a suo carico in diversa sede, con conseguente ulteriore ritardo nella definizione dello stesso».

A margine della nota inviataci dal dottor Ponticelli riteniamo opportuno precisare:

1) le notizie da noi pubblicate a cui egli si riferisce riguardano personalità della magistratura locale e dunque – bene inteso senza entrare affatto nel merito della questione – rivestono l’indubbia caratteristica di pubblico interesse;

2) nel pubblicare tali notizie sulla base di un’ampia e accertata verifica dei relativi atti e documenti, abbiamo semplicemente esercitato il nostro diritto-dovere di cronaca previsto e tutelato dall’articolo 21 della Costituzione e dalla legislazione in materia di libertà di informazione tutelata e garantita in ogni Paese democratico

3) tutti i nostri lettori possono intanto consultare i documenti più recenti, quelli relativi alle iscrizioni previste dall’art. 18 della legge 8 agosto 1995, n. 332 e comunicate alle persone alle quale i reati sono attribuiti, alle persone offese e ai rispettivi difensori. Basta ciccare qui a destra sul link “Documenti allegati“.

4) in ogni caso quest’ultima iscrizione fa seguito ad altre disposte nei mesi scorsi dalla procura della Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila e delle quali abbiamo ampiamente dato conto, naturalmente disponendo anche in quel caso di ampia e fondata documentazione.