SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 2007 è stato indicato dai più come l’anno buono per la rinascita della Sentina e per il cambio di atteggiamento dei cittadini verso quella zona della città che è diventata Riserva Naturale Regionale da più di due anni.
Eppure in questi ultimi giorni si sono manifestati dei segnali tutt’altro che incoraggianti. Presso la foce del Tronto, nonostante un procedimento in atto della magistratura a causa di 18 reati ambientali e la revoca del contratto di affitto da parte della proprietà – il Comune di Ascoli – nulla pare essere cambiato.
«L’affittuario del casolare continua la propria attività come se nulla fosse mai accaduto – si legge in una nota dell’Associazione Sentina – c’è un via vai continuo di mezzi, anche pesanti, soprattutto quando calano le prime ombre serali e i deltaplani a motore sorvolano la riserva integrale».
Lungo le strade della riserva vengono lasciati in bella vista carcasse di frigoriferi, lavatrici, vecchi televisori e sacchi pieni di immondizia. «Viene da chiedersi: ma non è più facile portare sotto casa la carcassa del vecchio frigorifero, che fra l’altro pesa anche molto, e poi chiamare la Picenambiente che lo porta via gratis? Qual’è la convenienza di caricarselo in macchina, andare alla Sentina e scaricarlo al bordo della strada rischiando, oltre al mal di schiena, una consistente multa? E’ per la perversa soddisfazione di aver beffato i vigili e la comunità o si vuole prendere di mira proprio la Sentina? La scorsa settimana diversi sacchi di immondizia sono stati lasciati appena oltrepassato il fosso collettore. Il cassonetto dell’immondizia si trova a soli 20 metri. E’ civiltà questa?».
Secondo l’Associazione Sentina, nel bel mezzo della zona a tutela integrale della riserva vengono condotti anche dei greggi di pecore. «Domenica 11 febbraio il nostro presidente passava da quelle parti – si legge nella nota – ha avvisato il consigliere comunale Andrea Marinucci che ha sollecitato l’intervento dei Vigili Urbani e della Guardia Forestale. I vigili sono arrivati in fretta – forse se li chiama un consigliere comunale fa più effetto ? – e il gregge è stato allontanato, ma ormai i danni erano belli che compiuti. Qualche ora dopo, quando è arrivata la Guardia Forestale si è appurato addirittura che nel fosso collettore vi era stato un versamento di idrocarburi».
E’ ancora ignota la causa dell’inquinamento del canale, come è ignoto se si è trattato di un incidente o di un reato deliberato. Il presidente del comitato di indirizzo Pietro D’Angelo, la vicepresidente dell’Associazione e gli agenti della Forestale hanno risalito il torrente per individuare la causa del problema, senza però riuscirci. «Fatto sta che per alcuni giorni una quantità rilevante di veleni è passata nel fosso distruggendo quello che si poteva distruggere».