BRIGATE ROSSE. Veramente lodevole l’operazione della polizia italiana che ha anticipato le mosse e quindi evitato stragi o attentati vari. Un segnale di forza che metterà in crisi chi vuol ricorrere alle maniere forti e cruente per modificare (almeno nelle intenzioni delle persone più semplici, credo sia così) l’attuale democrazia. Deve però far riflettere il fatto che, a parte i pregiudicati, in molti erano militanti di un sindacato legalmente riconosciuto. Premetto che non faccio distinzioni, perché non ci sono, tra Cgil, Cisl, Uil e altri.
Non ritengo però innanzitutto che erano entrati nel sindacato per una specie di copertura. Credo invece che quelle persone non erano contente di come il sindacato esercita il suo ruolo. Da ex sindacalista (non del campo giornalistico) posso testimoniare che, spesso e volentieri, i sindacalisti che vanno per la maggiore nelle aziende, specialmente in quelle piccole e pubbliche, esercitano il proprio dovere in modo egoistico, togliendo la terra sotto i piedi (anche con l’aiuto della controparte!) a chi vorrebbe, invece, fare gli interessi di tutti i lavoratori rappresentati. Dei quali, i più deboli, rischiano di cadere nella rete di persone violente che li usano per fargli fare giustizia da soli ed in modo vigliacco. Come sono coloro che ricorrono ad attentati o ad omicidi per inseguire sogni di potere da parte di chi ha fomentato odio in modo assolutamente sproporzionato.
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Non è giustificabile in nessun modo chi percorre la strada del terrorismo, men che meno per la crisi profonda del mondo del lavoro e la conseguente crisi (ma non è l'unica causa) del sindacato. Se davvero non erano contenti di come il sindacato confederale esercita il suo ruolo potevano cancellarsi ed aderire ai Cobas; ma non penso si tratti di questo (e molti erano iscritti da poco). Nel terrorismo non centrano nulla i diritti dei lavoratori … si tratta di fosca e bieca cultura criminale dell' odio, della rapina, della violenza e della morte.