SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Siamo pronti, non sappiamo ancora se davvero si giocherà e contro chi, ma ci prepareremo per riprendere il discorso dove l’avevamo interrotto». Gianni Tormenti ha inaugurato la settimana più incerta del calcio italiano nel solito modo: seguendo da vicino, a bordo campo, la sua Samb, che nel pomeriggio ha ripreso a sudare al Ciarrocchi.
Le indicazioni che arrivano dal Governo e dalla FIGC paiono confermare l’indirizzo comune di riprendere a giocare dopo i tragici fatti di Catania.
«Non nascondo una certa preoccupazione», ha esordito il patron rossoblu, «la situazione che si è venuta a creare è delicata, speriamo che si arrivi davvero alla soluzione di tutti i mali del calcio. Cosa penso delle possibili misure del decreto d’urgenza? Alcune le condivido, altre no, comunque è inutile parlarne prima che diventino ufficiali. Sono sicuro che si debba intervenire, con la speranza che questo porti a qualcosa di positivo, ma non vorrei che la colpa ricada unicamente sui club».
RIVIERA DELLE PALME Il ministro dell’Interno Giuliano Amato ha detto: «Molte società hanno dimostrato di non avere nessuna intenzione di mettere a norma gli stadi secondo il decreto Pisanu. Io ho diversi stadi certificati per 9.999 spettatori per aggirare i decreti: Cesena, Vicenza, Cremona, Foggia, altri per 9.900, alcuni per 9.500 e così via. Siamo davanti ad una chiara volontà di elusione delle normative esistenti». Anche il Riviera, nell’ottobre del 2005, è passato da una campienza pari a 14.670 posti, agli attuali 9.999. Se davvero questa soglia di “tollerenza” verà ridotta (tra le 5 mila e le 7 mila unità?), anche l’impianto rivierasco rischierebbe.
«Questo mi preoccupa», ammette molto candidamente Tormenti. «Non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione in merito, né dalla Prefettura né da nessun organo sportivo. Ci atterremo alle disposizioni che ci verranno date, fermo restando che spero non si debba spendere per gli stadi come il nostro che hanno una capienza inferiore ai 10 mila posti».
SOCIETA’ E ULTRAS I legami tra società e ultras: un’altra spinosa questione che il decreto al varo di Coni e Governo intende spezzare. Che rapporti ci sono tra la Samb Calcio e i suoi tifosi?
«Un rapporto civile. Non siamo mai stati ricattati dagli ultras, coi quali ci sono spesso stati dei confronti, ma nulla più. Ovvio che i petardi e le bombe carta, che sono esplose anche dentro il nostro stadio, sono cose che non condivido, ma non si può chierede a una società di controllare anche queste cose. Che penso degli ultras? Che non sono gli unici ad avere delle colpa per l’attuale situazione del calcio italiano. In percentuali, magari diverse, le responsabilità vanno divise».