STADI VIOLENTI. ll principio fondamentale, secondo me, è quello di rompere gli attuali schemi e il concetto che si può andare allo stadio per “battagliare”. Contro i supporter avversari e contro le Forze dell’Ordine (servirebbero solo alcuni agenti in punti strategici). Questa possibilità deve sparire dalla mentalità di tutti. Che ci sia lo si deduce abbastanza chiaramente anche dal fatto che le curve vengono ghettizzate (da una parte ultrà locali, dall’altra quelli ospiti, tanti anni fa non era così), creando distanze (di sicurezza?) che sono il primo presupposto di quello che potrebbe accadere. Quel potrebbe, secondo me, dovrebbe sparire. Il 99% delle persone, infatti, si affrontano a viso aperto soltanto se c’è, nelle vicinanze, qualcuno che possa dividerle. Il restante 1% sarebbe più facilmente individuabile (quindi eliminabile) con apposite telecamere che già esistono e che potrebbero aumentare di numero. Cosa fare?
Ecco la mia ricetta, in ordine di tempo:
1– Giocare a porte chiuse mi sembra un’assurdità perché si penalizzerebbero spettatori che non hanno colpe, il 90%. Si dovrebbero, invece, chiudere subito le curve (che devono essere considerate semplicemente il posto ove la visibilità della gara è peggiore e, per questo motivo, il prezzo del biglietto è inferiore) e iniziare i lavori per fornirle di sedie numerate con uno spazio tra una e l’altra di almeno 10 cm. Riaprirle appena tutto è a posto.
2– Nel frattempo, tribuna centrale a parte, tutti gli altri posti numerati vanno venduti al prezzo attuale delle curve con un piccolo stratagemma: non mumerare i biglietti consecutivamente ma alla rinfusa. A parte gruppi (da 3, da 4 da 5) di biglietti con numeri consecutivi da destinare alle famiglie (Nonni, padri, madri, fratelli, sorelle). Indipendentemente dal colore della squadra del cuore. Accorgimento da usare fino a quando la situazione si sarà stabilizzata. Potrebbe infatti sorgere qualche problema sulla destinazione dei biglietti (quante famiglie, quanti singoli?) ma, quando si è in “guerra”, occorre fare di necessità virtù. Senza contare che, con le attuali tecnologie, si potrebbero fare previsioni molto vicine alla realtà.
3– Tolleranza zero (anche se questa frase la sento da almeno dieci anni) su chi non si attiene alle regole. Ricordo che, nella legislazione inglese, basta sfiorare un responsabile delle forze dell’ordine per essere condannato ad anni di galera. E viceversa, se non per legittima difesa, credo. Non dovrà essere possibile assistere alla gara in piedi.
4– Considerare lo stadio a tutti gli effetti un luogo pubblico per cui striscioni o frasi offensive e diffamatorie andrebbero sancite alla stregua di un mezzo di comunicazione che offende o diffama. Oltre ad un sistema di telecamere, servirebbe quindi un sistema audio.
A parte il “sistema audio” tutto il resto sarebbe di immediata applicazione e, chiudendo momentaneamente soltanto le curve, le società non subirebbero un danno economico ma, nello stesso tempo, favorirebbero l’iniziativa dell’abbassamento dei prezzi, auspicata nei giorni scorsi, da diverse fonti oltre che dagli stessi club.