In Italia cresce a dismisura il consumo di cocaina. L’allarme è stato lanciato dal Ministro dell’Interno Amato. A confermarlo i dati diffusi dal Viminale sui sequestri della sostanza stupefacente nel 2006, in aumento del 5,74% rispetto all’anno precedente. La domanda è in forte incremento tra tutti i componenti della società: famiglie, adulti e giovani. I numeri parlano chiaro: le ultime stime dicono che 7 italiani su 100, tra i 14 anni e i 54 anni, ammettono di aver fatto uso di cocaina una o più volte nella vita.
Non può consolare il dato relativo alla nostra Provincia, che evidenzia un calo netto della quantità di coca sequestrata (da 1,33 a 0,91 kg). A destare preoccupazione il fatto che la “polvere bianca” attrae sempre più i giovanissimi. Insomma, se la cocaina fino a qualche anno fa era un deprecabile lusso alla portata di pochi, oggi lo “sniffo” è un vizio accessibile a tutte le tasche.
Perché quest’impennata? Facile trovare una motivazione nella drastica riduzione del costo all’etto della sostanza. In realtà, si avverte la mancanza di una valida ed efficace politica di prevenzione che informi gli italiani sugli effetti devastanti che la coca può produrre sul cervello. Putroppo ancora oggi non è stato sfatato il mito che fa passare la “white” per una droga di limitata pericolosità, tutt’al più qualcuno la considera una trascurabile trasgressione o, peggio ancora, una moda.
Del resto è stato lo stesso Amato a riconoscere il fallimento della politica contro il fenomeno-droga. «Non si può chiedere – ha detto – alle forze dell’ordine di contrastare, se c’è una domanda che viene dalle famiglie, dagli adulti e dai giovani». Insomma, il problema è alla radice. Vale sempre l’antico adagio: prevenire è meglio che curare.
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Occorrerebbero nuove politiche sulla droga che, ahimè, i nostri governi non hanno mai avuto il coraggio di adottare perchè, ahimè, intimoriti dagli atteggiamenti ultraconservatori di alcuni ambienti tipicamente "italiani"… Tutto ciò che è stato fatto finora, sulle droghe (ovvero limitarsi a dire che "la droga fa male" e qualche ceffone proibizionista) non è servito assolutamente a nulla: cresce il numero di tossicodipendenti, si allarga la forbice dell'età dei consumatori, continuano le morti per avvelenamento ed overdose, si arricchiscono le mafie legate al mondo dello spaccio…
Una nuova politica potrebbe essere quella di ascoltare e seguire, per la prima volta, coloro che affrontano il problema droga da oltre trent'anni perché sono gli unici ad essere riusciti a liberare dalle dipendenze le persone e senza usare la forza.
Saluti
La liberalizzazione delle droghe è un argomento per il quale in italia si può stare tranquilli per i prossimi millenni. Il problema non si pone e non si porrà. Chissà! Forse dopo i pacs dove l’attuale governo ruzzulerà tremendamente (preparatevi a votare…), dopo le proposte di stravolgimento della famiglia, forse potrebbe arrivare chi intende liberalizzare le droghe. E’ già! Perchè stare out significa stare bene e poi chi se ne fotte della realtà delle cose se poi lo schermo quotidiano è un’altro senza tra l’altro pagare l’abbonamento a Sky. Intanto dopo anni ed anni di attesa è arrivato l’etilometro poi… Leggi il resto »