SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nel nostro territorio c’è carenza di strutture e alloggi popolari e gli alti canoni di affitto portano le giovani famiglie a scegliere di abitare nei Comuni del comprensorio. Tutte le persone che non trovano casa in città e decidono di spostarsi influiscono sul trend della popolazione che rischia di invecchiare sempre più.
Nella seduta della commissione consiliare Urbanistica del primo febbraio è stata rilevata una volta di più la necessità di un intervento del Comune: «Il problema serio sono gli affitti, che partono da un minimo di 600 euro e che sono insostenibili da molte famiglie. La nostra politica – ha dichiarato Giovanni Gaspari – è quella di cercare di mettere sul mercato dei beni fruibili sia da chi può pagare un affitto non esageratamente alto e sia da chi può tranquillamente comprarli. In questo caso contiamo anche sull’aiuto dell’Erap (Ente Regionale Abitazione Pubblica). La strategia sarà quella di diversificare l’offerta abitativa».
Per l’architetto Luigina Zazio, responsabile della redazione del nuovo Prg, «occorre aumentare l’accesso alle abitazioni pubbliche perchè le 105 strutture in mano al Comune non bastano. Il Progetto Casa va portato avanti contestualmente all’elaborazione del PRG».
Questa affermazione però non ha convinto molto i consiglieri di opposizione, De Vecchis in primis, e neanche il sindaco Gaspari, che hanno ricordato l’esperimento fallimentare di Ascoli con il quartiere Monticelli: creato proprio per aumentare il numero di abitanti ne favorì invece solo lo spostamento.
Collegati al Progetto Casa sono gli interventi per la riqualificazione urbana: l’ingegner Cicchi del Comune ha illustrato le aree cittadine con zone abitative critiche, soggette a un immediato intervento: si va dalla Zona Santissima Annunziata, a via Bianchi, via Voltattorni, Via Abruzzi e Via Manara fino in via Silvio Pellico, dove ci sono strutture con centinaia di famiglie che vivono in pessime condizioni.
«Non c’è dubbio che il Comune debba intervenire per riqualificare in maniera rapida le zone visionate dall’ingegner Cicchi» ha precisato il sindaco «ma dobbiamo stare attenti sulla costruzione di nuove abitazioni, poiché non basta aumentare le case per far crescere la popolazione e scoraggiare i trasferimenti: occorre diversificare l’offerta. Bisogna creare unità abitative che il cittadino o la coppia possano pagare senza aiuti regionali e mettere sul mercato non solo l’edilizia popolare ma anche quella contrattata e agevolata».