SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il sesso fatto in classe e ripreso con i videotelefonini non ha soste? La procura dei minori di Ancona avrebbe acquisito un secondo filmato girato in classe tra due studenti nell’ambito dell’inchiesta sul sesso in classe. Anche questo video – girato con i videofonini su un banco di una scuola non meglio specificata con scene di sesso orale – è finito su un motore di ricerca con l’indicazione dell’Istituto tecnico commerciale Capriotti di San Benedetto del Tronto nel file. La procura ne ha acquisito una copia scaricata da un cellulare.

Sembra molto difficile, comunque, che quanto immesso on-line possa essere accaduto a San Benedetto. Dato lo scandalo che si è verificato, sembra veramente difficile che, in una città di provincia, si possano coprire altri episodi come quelli accaduti.

Ne dà notizia l’edizione on-line del Corriere della Sera (www.corriere.it) in un articolo dal titolo «Sesso a scuola, altro video, forse emulazione» (la notizia è poi ripresa anche da repubblica.it). Di seguito ne riportiamo integralmente il contenuto.

Emunazione. È possibile che il nuovo video, della durata di 8 secondi, sia dovuto a emulazione: potrebbe essere stato girato infatti in un’altra città e poi, vista la pubblicità ottenuta dai due studenti protagonisti della scuola marchigiana, immesso nel web copiando i riferimenti del filmato originale. Ma al momento la procura non esclude neppure che i due ragazzini, entrambi riconoscibili, siano studenti del medesimo istituto. Gli investigatori hanno incaricato gli esperti della polizia postale di individuare il luogo del filmato e gli attori del nuovo video.

Indagini. I carabinieri di San Benedetto del Tronto intanto hanno completato gli accertamenti sul primo episodio segnalato. Sono stati sentiti il quindicenne e la quattordicenne che compaiono nel filmato del 20 gennaio, i due compagni che lo hanno girato (per i quattro il consiglio di disciplina ha proposto 15 giorni di sospensione), la dirigente scolastica, gli insegnanti e tutti gli altri ragazzini che hanno assistito alla scena o scaricato i filmati. Produzione e diffusione di materiale pedopornografico sono i reati ipotizzati a carico degli indagati, ma il pm sta valutando se contestare anche la corruzione di minori.