SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Non ho voluto presentare le mie dimissioni per non consegnare l’azienda nelle mani dei due consiglieri oggi dimissionari né ho ritenuto di prendere in considerazione la proposta di dimissioni collettive, che avrebbero avuto valenza politica».
Dopo le dimissioni dei consiglieri Vincenzo Amato e Andrea Alfonsi e la decadenza del consiglio d’amministrazione, l’ormai ex presidente dell’Azienda Multiservizi Salvatore Nico vuole sottolineare come, a differenza dei due dimissionari (esponenti di Alleanza Nazionale), «la scelta dell’ex sindaco Martinelli in merito alla mia presidenza fu assunta fuori dalle quote-partito e quindi evidentemente solo sulla base di una sua valutazione del curriculum professionale. Le loro dimissioni invece sono un chiaro atto politico, scena di un film peraltro già visto con l’amministrazione Martinelli».

«Falsa – continua Nico – è la motivazione di dimissioni a tutela dei dipendenti in contrasto con il sottoscritto; vero è che solo due dipendenti su ventiquattro hanno assunto posizioni in contrasto con la presidenza».
Nico, accusato da An di “flirtare” con il nuovo sindaco Gaspari fin dal suo insediamento e di gestire in maniera unilaterale l’azienda, ricorda ad Amato e Alfonsi che «l’intero Cda chiese di incontrare il Commissario Iappelli con il quale fu avviata una proficua anche se breve collaborazione e che analoga richiesta non è stata avanzata, se non ora, per incontrare il sindaco Gaspari; ciò nonostante tutti furono informati del fatto che erano stati fissati degli incontri per presentare l’azienda, l’organizzazione delle varie attività e i progetti predisposti».
Questi incontri evidentemente non ebbero mai luogo; Nico precisa però che ci fu un rapporto di stretta collaborazione con il Cda, i dipendenti e anche con la proprietà, cioè con il Sindaco Gaspari, in virtù della propria figura super partes.
«Contrariamente a quanto afferma il collega De Vecchis, il sindaco ha il potere di chiedere le dimissioni di un Cda che valuta non in sintonia con il proprio progetto politico», afferma Nico.
L’ex presidente affronta poi il nodo del nuovo parcheggio del Paese Alto, ancora inutilizzato a causa del mancato acquisto da parte dell’azienda municipalizzata. «Amato suggerì un interessamento visto che era prossima l’ inaugurazione della scuola e del parcheggio sottostante e che la ditta costruttrice non sarebbe stata in grado di gestirlo in quanto non organizzata per quel tipo di attività; il sindaco Martinelli ci diede un mandato esplorativo e l’intero Cda incontrò più volte il presidente della società costruttrice raggiungendo infine un accordo sul prezzo da pagare per il subentro nella concessione; Amato quindi suggerì di fare le “fasi politiche” prima di far convocare dal sindaco una riunione di maggioranza per dare il via all’operazione; non furono né Martinelli né la sua Giunta a sconsigliarne l’acquisto – puntualizza Nico – bensì un esponente del suo partito (An, ndr). Il Cda, già convocato per avviare l’operazione, dovette deliberare di prendere tempo per una più attenta valutazione».