SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’urbanistica è scienza complessa e poco padroneggiata dai cittadini comuni e soprattutto dal lettore medio di un quotidiano. Sfruttando la disponibilità di spazio offertaci dal nostro medium (il web), pubblichiamo un testo del consigliere comunale repubblicano Antonio Felicetti, che mediante una “intervista a se stesso” offre il suo punto di vista sulla politica urbanistica della giunta Gaspari e sul progetto di Prg consegnato dallo staff del professor Bellagamba ai tempi della giunta Martinelli:

Il Sindaco Gaspari ha spiegato che la variante art.48 è necessaria per la salvaguardia dei vincoli delle “Zone per attrezzature pubbliche di quartiere” del PRG vigente che avete approvato nel 1990 quando lei era assessore all’urbanistica . Perché ha votato contro?
Il PRG vigente è il risultato di un dibattito che viene dal Piano dei Servizi dei primi anni 70. Quindi fotografa una metodologia urbanistica, una dislocazione di servizi e una funzione superate. E’ una aberrazione urbanistica ingessare questi vincoli per il futuro.
Ma bisognava far qualche cosa per la decadenza dei vincoli ?
Questo è vero. L’Amministrazione non può rimanere inerte, deve ripianificare queste aree sia per evitare azioni giurisdizionali ma anche per ridare funzioni adeguate alle nuove esigenze del territorio. I vincoli sono decaduti nel 1995 e l’amministrazione di allora invece di adempiere a questa necessità con un nuovo PRG tentò un’azione piratesca di pianificazione con i PRUSST .
Merito del Sindaco Martinelli e di chi lo ha sostenuto fino in fondo, come il PRI, aver fatto elaborare un nuovo PRG, protocollato nel settembre del 2005. Il Piano di Martinelli-Bellagamba a pag.129 certifica che “il fabbisogno complessivo di standards per residenza è pari a circa 135,0 ha – a fronte di una offerta di aree pubbliche di 161 ha”, senza ricorrere ad un mq. di esproprio, utilizzando la perequazione urbanistica e lasciando integralmente fruibili le aree per i quartieri.
Questa maggioranza ha avuto sei mesi di tempo per valutare il Piano del professore Bellagamba, discuterlo con la città ed emendarlo se necessario. L’adozione del Piano avrebbe risolto le problematiche sulla decadenza dei vincoli con un utilizzo di quelle aree secondo una cornice generale di sviluppo: non si può mettere una “toppa” su un pantalone che ancora non è stato confezionato.
Che cosa avrebbe cambiato l’eventuale approvazione del suo emendamento sugli effetti della variante all’art. 48 ?
Si raddoppiavano i tempi per l’approvazione definitiva della variante, il Comune rimaneva coperto rispetto ai ricorsi e la maggioranza avrebbe avuto tutto il tempo necessario per adottare il nuovo PRG che avrebbe anche messo in salvaguardia l’intero territorio comunale.
Quali motivazioni hanno indotto la maggioranza a respingere la vostra proposta?
Non ci sono stati forniti motivi ostativi. Pertanto la bocciatura del mio emendamento si può spiegare in un solo modo: l’obiettivo principale della maggioranza non è la messa in salvaguardia di alcune zone del nostro territorio, ma consentire, prima possibile, ad alcuni privilegiati di scardinare aree irrinunciabili per la città.
Si pensi alla Valle degli ulivi di Porto d’Ascoli, all’area dell’ex Tirassegno, ex camping, alle aree di Viale De Gasperi, alle aree del centro di San Benedetto, addirittura alle pinete di via Marinai d’Italia, via delle Tamerici, area Ballarin. Sono aree strategiche, che il Piano Bellagamba avrebbe lasciato alla completa fruizione dei quartieri . Speriamo che la Provincia intervenga con qualche prescrizione, in fase di approvazione, per salvaguardare almeno le aree irrinunciabili per la città.
Comunque il Sindaco le ha dato ampie assicurazioni sulla continuità del rapporto col professore Bellagamba?
Queste assicurazioni non si conciliano con la politica urbanistica delle varianti e dei piani particolareggiati che vanno a stravolgere l’impianto di un Piano Regolatore Generale di tutti e per tutti come è quello redatto dal prof. Bellagamba. La strategia delle varianti è una linea coerente con le dichiarazioni rilasciate dall’architetto Luigina Zazio ad un settimanale locale (Riviera Oggi):” Prima quando si preparava un piano regolatore si cercava di raggiungere una conoscenza integrale del territorio e solo dopo si agiva. Oggi cerchiamo di dilazionare le decisioni in base al grado di conoscenza raggiunto“ . Una sequenza urbanistica a” francobolli“ smentisce quanto dichiarato dal Sindaco Gaspari in tutti i convegni, ma soprattutto non è la filosofia di piano per chi conosce veramente i problemi della nostra città .