ASCOLI PICENO – «Devo lamentare con forza che codesta giunta regionale ha assunto iniziative attinenti problematiche sociali del territorio ascolano senza peraltro richiedere, allo scrivente, in via prioritaria, un parere in merito». Dopo quattordici giorni, il sindaco di Ascoli Piero Celani solo ora protesta con l’assessore regionale ai Servizi Sociali, Marco Amagliani per non essere stato invitato ad una riunione da lui convocata lo scorso 29 novembre ad Appignano del Tronto allo scopo trovare una soluzione ai problemi legati all’insediamento di una comunità Rom di circa 40 persone nel territorio di quel comune. All’incontro invece erano stati invitati a partecipare il presidente della Provincia, Massimo Rossi, il sindaco di Appignano, Nazzareno Agostini, e il presidente dell’Ambito territoriale di caccia Ap2, Gabriele Marinelli.
Nella nota, il sindaco Celani dice di essere «venuto a conoscenza solo casualmente di questo incontro», e da qui la protesta verso l’assessore regionale Amagliani e il presidente Gian Mario Spacca.
Il riferimento è al fatto che la nuova destinazione individuata per trasferirvi le famiglie Rom di Appignano – oggi ospitate in un luogo troppo vicino alla discarica di Relluce – sarebbe un edificio a Campolungo (in territorio comunale di Ascoli) di proprietà della Regione Marche attualmente dato in locazione ai cacciatori dell’Ambito territoriale Ap2. Una soluzione avversata dall’Arengo ed alla quale si sono già detti contrari gli stessi cacciatori, rappresentati dal loro presidente Marinelli ma anche dall’assessore ascolano all’Ambiente Claudio Travanti.
Le ragioni della contrarietà all’insediamento Rom a Campolungo si leggono in molte lettere di protesta inviate dai cacciatori in Regione: l’edificio è a ridosso dell’alveo del Tronto, sta in una zona insalubre e molto umida, è adiacente a un deposito di armi e a un poligono di tiro da cui proviene rumore di spari prodotto dalle continue esercitazioni, vicino ci stanno vari insediamenti industriali.
«Trovo singolare – prosegue Celani nella sua nota di protesta – che a fronte di una vicenda così delicata come quella dello stanziamento della comunità Rom, la giunta regionale non abbia inteso interpellare preliminarmente questa amministrazione, ignorando perfino che detta comunità attualmente è collocata su terreni appartenenti a questo Comune, che già da tempo segue la vicenda, anche attraverso riunioni convocate dalla Prefettura».
«Ma oltre la specifica problematica dell’allocazione della comunità Rom, credo sarebbe stato opportuno, nonché corretto istituzionalmente – conclude il sindaco di Ascoli – contattare preliminarmente l’amministrazione Comunale di Ascoli Piceno per conoscere quale fossero il suo orientamento e le sue proposte in merito a questa problematica; senza escluderla dall’incontro convocato lo scorso 29 novembre presso la sala consiliare del Comune di Appignano del Tronto».
Fin qui la tardiva protesta di Piero Celani contro la Regione. Peccato che il primo cittadino dell’Arengo dimentichi due dettagli: 1) l’impresentabile proposta di Travanti sui Rom alla Sentina è precedente alla riunione di Appignano e probabilmente è la causa del mancato invito; 2) ancora nessuno ha il piacere di conoscere il pensiero di Piero Celani su come la collocazione di quella comunità Rom in una Riserva naturale possa conciliarsi con i progetti ambientali e turistici di un’area sì di proprietà per il 70% del Comune di Ascoli, ma amministrata da una città che si chiama San Benedetto del Tronto.