ANCONA – «Sarà una grande emozione tornare al Riviera, l’esperienza in rossoblu è difficile da dimenticare», ripetono in coro. Dovessero segnare hanno già promesso che non esulteranno. «Per rispetto dei tifosi». Ovvio.
Samb-Ancona sarà la partita di Emilio Benito Docente e Alessandro Teodorani, i due grandi ex del derby di domenica prossima. Hanno vestito la maglia rossoblu in momenti diversi, ma per certi versi simili e comunque sono entrambi rimasti molto legati alla città delle palme e ai suoi tifosi.
Il centrocampista ha vissuto il momento più bello degli ultimi quindici anni di storia del sodalizio di Viale dello Sport, con una promozione in C1 e il sogno play off frantumatosi allo stadio Adriatico di Pescara, l’altro forse il più brutto: una stagione folle, con la squadra abbandonata dalla proprietà, senza stipendi, privi un punto di riferimento e per settimane orfani persino di una guida tecnica.
DOCENTE «Non mi aspettavo di giocare di nuovo al Riviera a distanza di così poco tempo – ci ha detto l’attaccante biancorosso – in estate sono tornato a Rimini e credevo di restarci. Poi all’ultimo giorno di mercato la società mi ha prospetta l’ipotesi Ancona. Ho accettato volentieri un altro anno di C».
La stagione passata, dopo la parentesi di Avellino (appena 6 “gettoni”), cinque mesi alla Samb. Settimane intense, oseremmo dire drammatiche, concluse con la salvezza sul campo. Per lui 13 presenze e 5 gol, compresi naturalmente i 2 segnati al Lumezzane negli spareggi play out.
«Mi sono rimaste dentro tante cose dell’ambiente sambenedettese. I miei ex compagni (ritroverà però solo Chessari e Mattia Santoni, nda), mister Chimenti, i tifosi e tutte quelle persone che ci hanno aiutato. Dobbiamo loro veramente tanto. Se alla fine ci siamo salvati il merito è soprattutto della gente di San Benedetto».
Adesso l’Ancona. Un avvio di stagione difficile, condito peraltro da infortuni e squalifiche. «E’ vero, non ho giocato con continuità, ma sono riuscito a segnare lo stesso 3 gol. L’ultimo l’ho fatto a Cava. Dovesse capitare al Riviera non esulterei».
«Credo che quella contro la Samb – ha continuato Docente – sarà una partita molto difficile. Siamo due squadre simili: giovani e dalla classifica deficitaria. Ci sarà una bella cornice di pubblico, l’Ancona ci tiene a fare bene, anche perchè chi vince può tirarsi fuoi dalle zone che scottano».
TEODORANI «Una delle pagine più belle della mia carriera», ha sintetizzato Teodorani (42 presenze e 6 gol in rossoblu). Eppure il centrocampista romagnolo è alla sua diciottesima stagione da professionista.
«Nel 2002, con Colantuono in panchina ottenemmo una grande promozione – spiega – Arrivai a San Benedetto dal Mantova, con la squadra che non navigava certo in buone acque. Riuscimmo a compiere una grande impresa, vincendo le ultime nove partite. Il match play off di ritorno, contro il Brescello, che giocammo a Parma fu un epilogo fantastico, una goia indimenticabile».
L’anno successivo fu quinto posto. Ai play off però passò il Pescara. «Finì male, con l’aggresione subìta ad opera dei tifosi abruzzesi, ma fu lo stesso una bella annata. Al Riviera, all’andata, segnai il gol che ci illuse. Tornerò a San Benedetto con grande piacere, sarà di sicuro molto emozionato, spero di riuscire a gestire questi sentimenti, come mi auguro che i tifosi mi accolgano bene. Insieme ci siamo tolti tante soddisfazioni».
Dopo l’esperienza in riva all’Adriatico due stagioni ad Arezzo e poi di nuovo nelle Marche. «Sto bene ad Ancona. L’anno scorso, nonostante tutto, siamo riusciti ad ottenere il salto di categoria grazie al ripescaggio. Quest’anno stiamo faticando, ci manca la continuità di risultati, ma la salvezza è a soli due punti e siamo convinti di potercela fare. Al Riviera ad ogni modo sarà dura».
Un’ultima battuta sulla particolare situazione societaria del sodalizio biancorosso, con due proprietari, Schiavoni e Fedeli, sempre schierati su posizioni opposte. «In tanti anni di calcio non mi era mai capitata una cosa simile. Non è facile né per noi giocatori, né per mister Monaco. Ci sono sempre tante polemiche e veniamo criticati continuamente. E’ chiaro che tutto questo non fa altro che minare la serenità della squadra e dell’ambiente tutto».