SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «L’Unione dei Comuni non parte dal nulla – spiega Giovanni Gaspari – perchè nella Riviera delle palme esiste già il Consorzio turistico, ci sono un’azienda di trasporto pubblico e una società di gestione dei rifiuti che agiscono già in tutto il comprensorio. C’è l’Ambito territoriale 21 che opera nel settore sociale e sanitario. Anche il nuovo piano regolatore non potrà prescindere dal confronto con i Comuni vicini».
Il sindaco ritiene che questa sia l’unica strada per avere più potere contrattuale e più credibilità politica nelle Marche: «San Benedetto è dinamica economicamente e produttivamente ed è la quinta città delle Marche per numero di abitanti. Però è penalizzata nei confronti del resto della Regione».
Con la nascita della provincia di Fermo, spiega il sindaco, vanno ridefiniti gli equilibri della nuova provincia di Ascoli. La nuova denominazione AP-SBT sarebbe il primo passo, simbolico ma anche sostanziale.
«Il mio impegno per fondare l’Unione – aggiunge – non è solo il mantenimento di una promessa elettorale, ma è un progetto politico solido che rispecchia la realtà attuale di questo territorio».
Un’Unione fra Comuni che avrebbe 100.000 abitanti, con San Benedetto capofila con i suoi 50.000 abitanti. A chi paventa un’eventuale egemonia sambenedettese Gaspari risponde: «La nostra città collaborerà e investirà in questa collaborazione, si esporrà perché crede in un progetto politico». E aggiunge: «La nostra darsena turistica verrà sfruttata anche da Grottammare, che nella nostra ottica potrà ospitare la caserma dei Vigili del Fuoco. Noi non badiamo a campanilismi improduttivi».
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Se vogliamo andare avanti con le utopie, proseguiamo pure.
In Italia si parla di devolution e invece qui si vogliono attuare processi inversi; è bello complicare le cose, per quali scopi poi non si capisce.Non sono contrario a collaborazioni fra vari enti comunali, non capisco però questa esigenza di “formalizzare e burocratizzare” il tutto.
“Noi non badiamo a campanilismi improduttivi”dice Gaspari:a Unioni di Comuni improduttive però si…
Organizzare il territorio dell’hinterland sambenedettese in modo omogeneo è diventata una esigenza improrogabile. Se da un lato le spinte centrifughe portano verso l’autonomia, che ogni piccola comunità sente il bisogno di avere (a partire, ad esempio, dal quartiere) in riconoscimento proprio del suo essere comunità, dall’altro esistono delle necessità a cui non si può dare una risposta individuale, nè di pianerottolo, nè condominiale, e neanche di quartiere. Basta pensare che il territorio comunale sambenedettese è praticamente finito nella sua possibilità edificatoria e di crescita, tanto che tutti – e dico tutti – i comuni limitrofi vivono, per molti versi, come… Leggi il resto »
Non è questione di campanilismo, le obiezioni che pongo sono di tipo organizzativo. E poi, se non ci siamo capiti, i comuni più piccoli non mi sembrano molto propensi ad un ruolo subordinato rispetto all’ egemonia(così la chiamano loro) di San Benedetto: inutile parlare di decisioni collegiali o di tavole rotonde;siamo una città di 50000 abitanti, è fisiologico che rispetto ad altre realtà locali le problematiche siano totalmente differenti. Se poi mi si viene a parlare di mobilità, trasporti e turismo rispondo candidamente che credo esistano già assessorati provinciali e comunali ai trasporti e consorzi (Consorzio Turistico Riviera delle Palme… Leggi il resto »
Parlando con le persone che conosco sono quasi tutti favorevoli ad una Unione Amministrativa che, comunque già esiste di fatto, sul territorio. Anzi molti vorrebbero riuniti SBT e i 4 comuni limitrofi (grottammare, acquaviva, monteprandone e martinsicuro) in un unico comune di oltre 100.000 abitanti. Daltronte l’Unione è un processo storico attuale irreversibile, dato dalle condizione del tempo che viviamo. Avviene a livello internazionale (Unione europea) a livello nazionale (Unione dei comuni, accorpaneto dei servizi, financo ad arrivare all’abolizione delle provincie), ecc. Sinceramente non capisco come passano esistere persone di parere contrario
Ribadisco per l’ennesima volta che non sono contrario a forme di organizzazione e cooperazione fra Comuni, anzi: sarebbe però più saggio ragionare in maniera tematica (come è stato fatto per il turismo tramite il consorzio Riviera delle Palme) piuttosto che in maniera generalista.
Si mettano sul tavolo le problematiche che si possono condividere e risolvere congiuntamente e si trovi il modo più opportuno per operare efficacemente (e qui la mia perplessità:è l’Unione la soluzione?): si parta dalle esigenze e non dai mezzi per soddisfarle.