SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alleanza Nazionale rivendica la centralità di San Benedetto nel sistema sanitario regionale e nell’area Ascoli-San Benedetto. Per Pasqualino Piunti «la nostra città deve dare spinta propulsiva alla conferenza dei sindaci della zona territoriale 12». Dato che il presidente della conferenza è Giovanni Gaspari, va da sé che l’impegno richiesto da An è in primis politico. “Battere i pugni” sul tavolo della Regione Marche, per poter ottenere le deroghe al blocco delle assunzioni, ma anche per far valere le rivendicazioni della città delle palme nel contesto dell’Area Vasta Ascoli-San Benedetto, una delle cinque grandi zone in cui è divisa l’azienda sanitaria unica marchigiana.
San Benedetto è la città capofila dell’Area vasta, ma secondo Piunti ha subito “gravi scippi” da Ascoli. In particolare il centralino del 118, che opera ad Ascoli dirigendo gli interventi di emergenza anche per la Riviera delle Palme. Quando da San Benedetto ci si trova a chiamare il 118, l’operatore che smista le chiamate risponde da Ascoli, allertando ovviamente i colleghi in riviera. «Abbiamo un bacino di utenza più ampio di Ascoli – aggiunge il capogruppo di An – e soprattutto abbiamo un fattore di rischio tre volte più alto, dovuto alla presenza dei flussi turistici».
Giorgio De Vecchis ha chiesto al direttore della zona 12 Giuseppe Petrone una verifica qualitativa e quantitativa sui drg, cioè sui tempi medi di ricovero. E ha rivendicato la necessità di aumentare il personale medico e organizzativo, il più basso nelle Marche in rapporto alla popolazione. «Mi chiedo quale valore abbiano le indagini statistiche che rivelano un alto grado di soddisfazione nei cittadini per i nostri servizi sanitari. Hanno ben poco senso se consideriamo l’alta mobilità passiva della nostra zona».
De Vecchis si riferisce al 42% di cittadini della zona territoriale sanitaria 12 che ricorre a prestazioni ospedaliere in altre città della regione o fuori dalle Marche. Il nostro tasso di mobilità passiva è allarmante rispetto alla media nazionale, ma secondo Petrone è leggermente diminuito rispetto al 2005 (clicca qui per leggere l’articolo).
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Giustissimo,la sanità locale è totalmente trascurata e lasciata a se stessa.
Non possiamo pretendere che le nostre strutture ospedaliere diventino centri d’eccellenza, ma almeno si lavori per raggiungere uno standard di servizi accettabile: con la salute non si scherza.
La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti: possibile che al riguardo intervenga sempre l’opposizione e mai la maggioranza?Per Gaspari & co sembra che il problema non sussista.
Forse la colpa è di qualche conflitto d’interessi di troppo…